REGGIO EMILIA – Undici agenti della polizia penitenziaria sono stati iscritti nel registro degli indagati per lesioni gravi. Sulla vicenda sta indagando, secondo quanto scrive la Gazzetta di Reggio, il sostituto procuratore Maria Rita Pantani che sta cercando di capire se corrisponde al vero la testimonianza del 19enne georgiano Guran Shatirishvili che, per ben due volte, ha sostenuto di essere stato picchiato in un corridoio, quindi fuori dalla cella, durante la sua permanenza alla Pulce.
Shatirishvili era finito in carcere il 10 luglio 2012 dopo un furto in alcune cantine in via Mantegna che era degenerato in un tentato omicidio. Una banda di georgiani, composta da quattro persone, aveva cercato di forzare le cantine della via ma un residente, che aveva sentito i rumori, aveva chiamato la polizia.
I poliziotti erano scesi nelle cantine ed erano stati aggrediti dai georgiani che li avevano colpiti a pugni e a sprangate in testa con il piede di porco. Uno dei quattro, Tamazi Nemsadzi, 19 anni, era riuscito a sfilare la pistola dalla fondina di un poliziotto e aveva fatto più volte fuoco in direzione dell’agente che, per sua fortuna, aveva messo la sicura e così i colpi erano andati a vuoto.
Ora il pubblico ministero vuole capire se il georgiano si è inventato tutto o se, effettivamente, i poliziotti penitenziari possano aver messo in atto una sorta di vendetta nei confronti del complice di un ladro che aveva cercato di uccidere un poliziotto. Nell’occasione Guran Shatirishvili fu trovato con una costola fratturata.
Gli agenti della polizia penitenziaria sono indagati per lesioni gravi, ma devono rispondere anche di una serie di aggravanti: l’aver agito per futili e abietti motivi, l’aver commesso il reato con abuso di autorità, ma anche approfittando dello stato d’inferiorità della vittima. A questo punto si pensa che anche il 19enne Tamazi Nemsadze possa aver taciuto le botte a sua volta ricevute per evitare ulteriori ritorsioni in carcere.
17/04/2013