 Ad appena sei giorni dall’inizio dell’anno, nel carcere di Rebibbia si conta già il primo suicidio. Questa notte infatti un detenuto si è impiccato nella sua cella del carcere romano. A renderlo è Massimo Costantino della Fns Cisl Lazio.
Ad appena sei giorni dall’inizio dell’anno, nel carcere di Rebibbia si conta già il primo suicidio. Questa notte infatti un detenuto si è impiccato nella sua cella del carcere romano. A renderlo è Massimo Costantino della Fns Cisl Lazio.
Secondo quanto reso noto dal Garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, l’episodio è avvenuto ieri sera, intorno alle 23. La vittima era in carcere dallo scorso luglio per aver ucciso a Roma la madre, con cui era tornato a vivere da qualche tempo. Subito dopo l’arresto, l’uomo era stato recluso a Regina Coeli e da qui, successivamente, trasferito all’osservazione psichiatrica di Rebibbia Nuovo Complesso. Nei prossimi giorni doveva essere trasferito nel reparto per minorati psichici di Rebibbia Penale.
“Il primo decesso del 2014 nelle carceri del Lazio – ha detto Marroni – riporta drammaticamente in primo piano il problema dei reclusi con gravi problemi psicologici. Il carcere è un luogo duro, in grado di piegare anche i caratteri più forti, figurarsi l’impatto che può avere con quanti hanno già delle sofferenze psichiche. Il problema è che, spesso, il sovraffollamento non consente di capire se queste persone abbiano una sofferenza tanto grave da indurle a privarsi della vita. Per questo occorre passare immediatamente dalle parole ai fatti, per tornare ad un sistema detentivo che, nel pieno spirito del dettato costituzionale, rimetta al centro la persona e la tutela dei suoi diritti”.
“Nel carcere di Rebibbia dove il numero regolamentare dovrebbe essere 1.218, quello tollerabile di 1.696, i detenuti presenti risultano essere circa 1.700″, spiega Costantino. “Il personale tutto, purtroppo, deve far i conti con il numero elevatissimo dei detenuti e i carichi di lavoro sono raddoppiati”.
“Spesso”, continua Costantino, “gli operatori espletano servizio in due e più posti di lavoro e questo comporta un altro effetto quello di perpetrare nei loro confronti violazioni all’accordo quadro nazionale”.
Per la Fns Cisl Lazio occorre “una nuova riforma del sistema carceri, un ammodernamento delle strutture, manutenzione e messa in sicurezza dei carceri già esistenti e l’ adeguamento degli organici della Polizia Penitenziaria”.
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