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Bolzano, carcere di Via Dante invaso dalle zecche. E’ ancora emergenza per detenuti e dipendenti

zeccaE’ vecchia, troppo piccola, ottocentesca: da anni oramai, l’antica struttura del carcere di Via Dante, che si affaccia da un lato sul parco del Talvera, lamenta carenze e problemi che non sono certo nuovi alle amministrazioni locali e nazionali.

Lavori promessi e mai completati, sovraffollamento, proteste, e da qualche mese, una massiccia presenza di piccoli e indesiderati ospiti: perché ad aggravare le condizioni igienico-sanitarie di un luogo mai troppo salubre, ci pensano adesso persino le zecche, la cui presenza è stata registrata da lavoratori e detenuti indignati.

Anche la caserma della polizia penitenziaria è in piena fase di invasione, tanto da spingere il sindacato Uilpa a sporgere denuncia, lamentando una condizione “fuori dagli standard di legge sull’igiene e la salute dei dipendenti”.

Già lo scorso novembre, in Comune, si parlava della necessità di disinfestare carcere e caserma; ora le zecche sono tornate, e si muovono senza paura, tra finestre, letti, docce, sulle mani di chi è costretto ad agire quotidianamente negli ambienti che hanno invaso. E’ un grosso pericolo per la salute di chi lavora in una struttuta che oramai è agli sgoccioli; parola di Maria Rita Nuzzaci, la direttrice del carcere, che dalle pagine dell’ “Alto Adige”, racconta di una situazione oramai insostenibile, dove tre o quattro disinfestazioni l’anno non riescono a debellare un problema tanto grave, dove i muri ammuffiscono, a causa della vicinanza al fiume, dove l’atmosfera sembra più “asburgica” oggi che cento anni fa.

A completare il quadro, ci si mettono i topi, che attraversano saltuariamente i corridoi del carcere prima di giungere al Talvera, rendendo sempre più urgenti i lavori per la costruzione del nuovo carcere a Bolzano Sud.

In occasione della tradizionale visita del Vescovo ai detenuti nei giorni della Pasqua, la Nuzzaci aveva ultimato l’ultimo report sulla mancanza di attrezzature, finanziamenti, interventi per la manutenzione, persino materiale di cancelleria; ma della prima pietra al cantiere di Bolzano Sud, che il subcommissario incaricato dal ministero degli interni, Luis Durnwalder, aveva promesso entro la fine del 2012, non c’è traccia.

Il progetto del nuovo carcere, complice la crisi, è sparito da sei mesi, ogni comunicato stampa ufficiale sembra essersi volatilizzato, gli appelli delle cariche pubbliche, da Franco Corleone, ex sottosegretario alla giustizia, al prefetto di Bolzano Valerio Valenti, verranno per qualche tempo accantonati. Realisticamente, lavori che andrebbero realizzati con la massima urgenza rischiano di lasciare al carcere di via Dante il tempo necessario per cadere definitivamente a pezzi.

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