Protesta nel carcere di Parma, dove i detenuti della sezione circondariale (dove alcuni sono sotto osservazione per probabile radicalizzazione) si sono rifiutati di rientrare in sezione domenica pomeriggio.
Lo rende noto il segretario generale del sindacato Osapp, Leo Beneduci. “La protesta – spiega – sarebbe ufficialmente imputabile alla qualità del vitto, ma la rivendicazione riguarderebbe nei fatti la richiesta di proseguire con il regime delle celle aperte oltre le ore 15, sulla falsariga delle altre sezioni
a sorveglianza dinamica. Solo nel tardi pomeriggio la situazione è stata riportata alla normalità, non senza attimi di tensione tra gli agenti di polizia penitenziaria e i ristretti”.
Secondo Beneduci, “i regimi custodiali dinamici invece di consentire una migliore conoscenza del contesto detentivo da parte degli operatoriha portato alla creazione di territori fuori da ogni possibile controllo, considerata anche la forte carenza di organico tra gli agenti di polizia penitenziari”.
“L’organico a è fortemente sottodimensionato – prosegue – con meno di quattrocento agenti in servizio sui cinquecento previsti. Con questi numeri non si riesce a garantire uno standard minimo di ordine e sicurezza. I detenuti sono circa seicento unità”.