Un gesto eclatante di autolesionismo è stato compiuto questa mattina in tribunale a Parma, dove un detenuto di origini sarde a processo per evasione dai domiciliari (si tratta del 24enne L.S.) ha ingoiato una lametta per protestare, come da lui stesso dichiarato, contro le condizioni di detenzione nel carcere di Ferrara.
Il giovane detenuto, che risulta avere problemi psichici e di tossicodipendenza, avrebbe già compiuto un gesto simile in passato, in un precedente processo a Bologna. Questa mattina la “replica”, mentre si trovava seduto a fianco del proprio avvocato difensore, con successivo intervento del 118 e trasporto del 24enne all’ospedale Maggiore di Bologna, dove è stato sottoposto a radiografie e accertamenti e quindi ricoverato nel reparto detenuti.
L.S. si trovava detenuto in carcere a Ferrara per una rapina compiuta nel marzo del 2011, quando assieme a un complice strappò un cellulare dalle mani di un giovane sottraendogli anche una somma di tre euro. Il 24enne non era nuovo a questo tipo di reati, che in questo caso gli era costata la custodia cautelare ai domiciliari, dai quali è risultato poi essere evaso, non essendo stato trovato in casa durante un controllo dei carabinieri. Denunciato per evasione, il ragazzo è tornato in carcere nell’aprile del 2012, ma da quanto si apprende avrebbe voluto essere trasferito dal carcere di Ferrara in un altro penitenziario, non essendosi adattato e non tollerando la detenzione in via Arginone.
Quest’ultimo sarebbe quindi il motivo che ha scatenato il suo gesto in aula, mentre si trovava seduto a fianco dell’avvocato difensore Claudia Pezzoni. La polizia penitenziaria aveva portato il giovane detenuto nel tribunale di Parma per partecipare al processo per evasione e, nel corso dell’udienza, il 24enne ha mostrato al suo avvocato la lametta (o quello che potrebbe essere un oggetto metallico dalla forma simile) sulla punta delle lingua dichiarando che l’avrebbe ingoiata se non avesse ottenuto il trasferimento in un altro carcere. L’avvocato Pezzoni ha allertato subito pm, giudice e agenti di polizia penitenziaria. Nell’impossibilità di togliere la lametta dalla bocca del giovane, si è deciso di far uscire in pubblico dall’aula e chiamare il 118; nel momento in cui il giudice ha iniziato a leggere il dispositivo di condanna a un anno di reclusione, L.S. ha deglutito diverse volte fino a riuscire a inghiottire la lametta da barba che aveva nascosto in bocca prima di uscire dal carcere.
Non avrebbe tuttavia riportato particolari problemi dopo aver compiuto il gesto e le sue condizioni non destano preoccupazioni.