qui si accentua un po’ di agitazione. Sono diversi i casi individuali di ribellione, come quel detenuto che ha scaraventato un carrello nella rete, purtroppo senza agganciarla; oppure un altro che ha distrutto e ridotto in polvere i suppellettili della cella.
Martedì 9 luglio invece si barricano i detenuti di una cella da 6: dalle tre finestre che si affacciano nella parte della libertà hanno collocato tre striscioni “NON SIAMO BESTIE”, riassume tutto il concetto esposto. Subito con un tam-tam vengono informati parenti e amici e una quindicina di compagni. L’ambiente si surriscalda, è già tramontato il sole, si producono diversi black-out all’interno del braccio, per cui il buio totale viene squarciato da un baccano di rabbia infernale(battiture) con decine di bombole di gas esplose all’esterno e pezzi di lingue di fuoco che calavano all’interno, mentre un grande fuoco riscaldava una finestra dei barricati. Fuori, una calorosa risposta dei presidianti che contribuiva ad alimentare il kaos facendo scoppiare dei petardi. Accorrono 3 pattuglie della polizia, che saranno bersagliate di insulti dai detenuti, fino a farle andare via. I barricati pretendono che vengano i giornalisti qua fuori. Arrivano la sera stessa e i ribelli dalle finestre descrivono (loro) condizioni detentive da medioevo, inaccettabili, tutto lo schifo di Buoncammino.
Il giorno dopo ci si da appuntamento con compagne/i più numerosi e determinati. Il direttore passa in ogni cella e minaccia trasferimento immediato a chi apre bocca. Quando vengono i compagni, la risposta dall’interno è nulla! L’intimidazione ha fatto il suo effetto nonostante le raffiche di petardi lanciati da fuori a dentro. Il black-out scatta molto più tardi, mentre arde una bomba di gas dentro la sezione che esplode danneggiando la rete.
Il giorno dopo verranno trasferiti i ribelli barricati. E uno di essi verrà pestato e trasferito a Lanusei.
Tutto è apparentemente calmo per ora. A volte si mostra la propria rabbia senza che si riceva la solidarietà per poter andare avanti. Diversi detenuti vorrebbero iniziare a mordere e non solo a mostrare i denti. Per la proposta letta in più parti, per uno sciopero della spesa in tutte le carceri, noi ci siamo! Se a settembre dovessero iniziare altre lotte è meglio sbrigarsi: detto soprattutto a tutti i carcerati.
Intanto qua diversi di noi sono stati spostati, su ordine del DAP, in celle singole.
Un saluto caloroso per la rivolta.