C’è un uomo nel carcere di Padova che dallo scorso 4 Luglio è in sciopero della fame e della sete.
Si chiama Roverto Cobertera e per illustrare la sua storia riprendiamo i due articoli della redazione di Ristretti Orizzonti, pubblicato lo
scorso 6 luglio.
Di seguito il diario di questi giorni, che Roverto ci ha fatto pervenire.
Credo che ogni commento sia assolutamente superfluo, quello che è necessario, invece, è che chi può si sbrighi a dare una risposta a
questa urla, prima che diventino davvero mute.
LOTTARE PER DIMOSTRARE LA PROPRIA INNOCENZA
RISTRETTI ORIZZONTI, 6 LUGLIO 2013
Il 4 luglio, in una infernale giornata di quel caldo padano che in galera moltiplica la sua potenza, è iniziato lo sciopero della fame di
Roverto Cobertera, uno della nostra redazione, un uomo condannato all’ergastolo che, da quando è entrato a far parte del nostro gruppo, non ha mai smesso di proclamare la sua innocenza.
Roverto ha avuto in primo grado una condanna a 24 anni per omicidio, che in appello è diventata un ergastolo, fine pena mai. Si ironizza spesso che in galera si sentono tutti innocenti, nella redazione di Ristretti Orizzonti non è così, le persone si assumono le loro responsabilità, e lo fanno anche davanti a centinaia di studenti che ogni anno entrano in carcere e ascoltano le loro testimonianze. Dunque se una persona lì dentro dice di essere innocente, non è una fra tanti che non hanno voglia di sentirsi responsabili, e se quella persona è disponibile a mettere a rischio la sua vita per dimostrarlo, noi pensiamo che quella persona sia particolarmente degna di attenzione.
A Roverto possiamo solo dire che gli siamo vicini, con tutto il nostro affetto, che è grande ed è cresciuto proprio di fronte alla sua
sofferenza e alla forza con cui vuole dimostrare che è innocente, possiamo dirgli che vorremmo in tutte le maniere fare qualcosa per lui, ma quello che non vogliamo è che debba rinunciare alla vita per essere ascoltato. Qualcosa si può fare davvero? Qualcuno lo può aiutare? Qualcuno può prendere in mano le carte del suo processo e, se si convince che ci sono elementi seri per provare che quella condanna è ingiusta, prendersi a cuore il suo caso e dargli una mano?
_La redazione di Ristretti Orizzonti_
Roverto Cobertera è nato all’estero ed ha doppia cittadinanza Statunitense e Domenicana. È detenuto nel carcere di Padova. È stato
condannato alla “Pena di Morte Viva” (così viene chiamata da noi ergastolani la pena perpetua).
É un uomo di colore e forse anche questo ha pesato sulla sua condanna perché lo straniero e per giunta nero è il colpevole ideale. Roverto Cobertera, ha i capelli neri come il carbone e un sorriso di luce sempre stampato sulle labbra.
L’ho incontrato nella Redazione di “Ristretti Orizzonti” e sapendo dei miei studi universitari di giurisprudenza lui mi ha passato le sue
carte processuali.
Dopo qualche tempo ho letto la motivazione del primo grado e dell’appello e mi sono fortemente convinto della sua innocenza,
perché conosco molto bene la differenza fra la verità vera e quella processuale.
Roverto Cobertera ha deciso da qualche tempo di dimostrare la sua innocenza con la propria vita, l’unica cosa che gli è rimasta.
Dal quattro luglio ha iniziato uno sciopero della fame per urlare la sua innocenza fra le sbarre.
Ed è disposto a morire per ritornare dalla sua famiglia e dai suoi meravigliosi figli.
Io non posso fare altro che trasmettere tutta la mia solidarietà, da uomo ombra, a Roverto Cobertera.
E sostenere la sua battaglia perché venga provata la sua innocenza fra le sbarre con la speranza che qualcuno al di là dal muro di cinta
ascolti e senta le grida di una persona che con la sua protesta afferma con forza che preferisce morire da innocente che vivere da colpevole.
Carmelo Musumeci