Taranto, detenuti sul piede di guerra

cordatesa Il carcere scoppia. Un anno fa la clamorosa protesta dei detenuti. Una notte di giugno del 2012 prima il rumore assordante di pentole contro le sbarre, poi un lancio di bombolette all’esterno e di sversamento di generi alimentari all’interno della sezione. In un anno tentativi di suicidio di detenuti e aggressioni agli agenti di polizia penitenziaria. A distanza di oltre 12 mesi la situazione è sempre incandescente.

Detenuti e agenti di polizia penitenziaria accomunati da un unico destino e cioè quello di affrontare una situazione di grosso disagio in una struttura che può ospitare trecento detenuti, ma che, nei fatti, ne ospita più del doppio. “Radio carcere” dice che la situazione è esplosiva. In questi giorni di fuoco il sindacato Osapp parla di nuovo di emergenza. Decine di poliziotti in meno sulla pianta organica, i mezzi guasti nei box poichè mancano i soldi per le riparazioni e il malessere espresso non solo dagli agenti ma anche dai detenuti. Un ferragosto drammatico con tentativi di suicidio di due detenuti del penitenziario di largo Magli. In entrambi i casi ad evitare la tragedia è stato il tempestivo intervento del personale della struttura.

Nel carcere sovraffollato i poliziotti sono sempre vigili nonostante la carenza di personale e i turni massacranti. L’Osapp denuncia che l’organico degli agenti di custodia che è sotto di decine di unità: solo con enorme sacrificio si riesce a garantire la sicurezza. E se un miglioramento è atteso dal cosiddetto “svuota carceri”, il sindacato sollecita l’amministrazione penitenziaria a risolvere i problemi del penitenziario jonico.

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