Entro i prossimi tre mesi le autorità thailandesi toglieranno le catene a tutti i prigionieri costretti ora a portarle alle caviglie per aver commesso un crimine grave.
Come riportano i media locali, la premier Yinluck Shinawatra ha presieduto questa settimana la cerimonia durante la quale sono state tolte le catene a decine di detenuti del carcere di massima sicurezza di Bang Khwang a Nonthaburi, provincia adiacente a quella di Bangkok.
Finora, un totale di 563 detenuti degli 800 del carcere sono stati liberati dalle catene.
Di coloro che hanno beneficiato della misura, 513 si trovano nel braccio della morte, 34 scontano l’ergastolo e 16 sono condannati a pene inferiori ai 50 anni.
L’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (Ohchr) ha accolto con favore questa iniziativa; tuttavia, critica il fatto che i prigionieri debbano continuare a portare le catene durante i processi e la “deplorevole” condizione delle carceri nel paese.
Secondo Amnesty International, la Thailandia deve risolvere il sovraffollamento nelle carceri, la scarsa assistenza medica ai prigionieri e l’incarceramento comune dei colpevoli di delitti di differente gravità, anche quando questi sono sotto processo.