Dall’inizio del 2013 le forze di occupazione israeliane hanno arrestato 1.070 cittadini palestinesi, un aumento dell’8,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
È quanto emerge dall’ultimo rapporto del Dipartimento palestinese dei prigionieri di guerra, riportato ieri dall’agenzia di notizie palestinese Ma’an, secondo il quale dal 1967 le autorità israeliane hanno effettuato più di 800.000 arresti di palestinesi, ovvero il 20% del numero totale di palestinesi oggi residenti nei Territori palestinesi occupati.
Su 78.000 casi di detenzioni registrate dalla seconda intifada (nota anche come rivolta di Al Aqsa, scoppiata il 28 settembre del 2000), sono stati arrestati quasi 950 donne, circa 9.000 minori, più di 50 parlamentari e un ex ministro del Governo, oltre a centinaia di leader politici, accademici, professori e giornalisti.
Il numero totale di detenuti palestinesi in 17 carceri israeliane ha raggiunto quota 4.900. Di questi, 235 sono minori, 14 donne, 14 parlamentari e due ex ministri di Governo.
Dal 1967, le forze di occupazione israeliane hanno emesso nei confronti di palestinesi più di 50.000 mandati di arresto; di questi, 23.000 dalla seconda intifada (168 sono ancora incarcerati sotto condizione di detenzione amministrativa, senza alcuna accusa formale o in attesa di giudizio).
Del totale dei prigionieri palestinesi attualmente nelle carceri israeliane, 533 sono stati incarcerati una, due o più volte. Ben 105 palestinesi arrestati prima degli Accordi di Oslo (20 agosto 1993) sono ancora in carcere, inclusi 77 che sono detenuti da più di 20 anni e altri 25 che lo sono da un quarto di secolo.
Il rapporto indica che i prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane che soffrono una qualche malattia sono almeno 1.200.