carcere di Salerno: picchia gli agenti e incita alla rivolta

Ennesimo episodio di violenza tra le sbarre del carcere salernitano. A raccontarlo il segretario nazionale per la campania del sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe Emilio Fattorello: “Dobbiamo purtroppo registrare una nuova violenta aggressione nella Casa Circondariale di Salerno. Alla Prima Sezione detentiva, organizzata con il regime detentivo aperto, si è verificato ieri un altro grave violento evento critico: un detenuto nordafricano, giunto da poco tempo dal carcere di Poggioreale per allontanamento essendosi reso protagonista di episodi finalizzati ad alterare l’ordine e la  sicurezza, ha aggredito con inaudita violenza ieri pomeriggio alcuni dei poliziotti penitenziari di servizio.

Durante la somministrazione del vitto serale, per futili motivi, l’extracomunitario ha infatti colto di sorpresa i due agenti e li ha colpiti uno con una violenta testata e l’altro con pugni al volto. Gli assistenti della polizia penitenziaria hanno riportato gravi lesioni al volto ed al setto nasale con emorragie tanto da essere ricoverati all’ospedale civile di zona. Il detenuto, approfittando della apertura della sezione, ha incitato alla rivolta gli altri compagni di detenzione, alimentando così forti momenti di tensione. Solamente la professionalità dei pochi colleghi in servizio ha reso possibile il ripristino dell’ordine riuscendo a isolare il violento ed agitato detenuto straniero.

Da tempo, nel carcere di Salerno, la prima sezione detentiva ove i detenuti sono aperti è “terra di nessuno“, ove i ristretti si pongono in maniera violenta ed arrogante con gli agenti di polizia. I pochi uomini in servizio nei reparti detentivi a fatica riescono a garantire la legalità mentre in altri settori il personale abbonda come già denunciato dal Sappe e verificato da una ispezione ministeriale.

Sembra che anche altri operatori di area trattamentale  abbiano sollevato i propri timori in merito. Anche per questa una delegazione del Sappe Campania manifesterà a Roma il prossimo 19 settembre, in piazza Montecitorio davanti alla Camera dei Deputati, nella manifestazione nazionale di protesta che il Sappe e tutti gli altri Sindacati della Polizia Penitenziaria hanno proclamato per denunciare lo stato di irreversibile abbandono nel quale è lasciato il Corpo di polizia penitenziaria ed i suoi appartenenti”.

Donato Capece, segretario generale del Sappe, è netto nella denuncia:

“Non ci si ostini a continuare a vedere le carceri con l’occhio deformato dalle preconcette impostazioni ideologiche, che vorrebbero rappresentare una situazione di normalità che non c’è affatto. Gli ultimi governi italiani hanno sbagliato tutto sulle tematiche penitenziarie, consegnando le carceri in mano ai detenuti con la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario aperto e abbandonando a loro stessi i poliziotti penitenziari.

“Il sistema delle carceri non regge più”, conclude il leader nazionale del Sappe. “Sono state tolte, ovunque, le sentinelle della Polizia Penitenziaria sulle mura di cinta delle carceri, e questo è gravissimo. I vertici dell’Amministrazione Penitenziaria hanno smantellato le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali. Mancano Agenti di Polizia Penitenziaria e queste sono le conseguenze. E coloro che hanno la responsabilità di guidare l’Amministrazione Penitenziaria si dovrebbe dimettere dopo tutti questi fallimenti”.

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