NUORO. Un agente di polizia penitenziaria aggredito da un detenuto dell’Alta sicurezza. È successo nel carcere di Badu ’e Carros, «un grave fatto che si aggiunge a molti altri verificatisi in altri Istituti penitenziari del distretto Sardegna» è l’immediata denuncia di Nino Manca, segretario generale della Cisl-Fns. La stessa notizia e lo stesso allarme sono diffusi anche da un altro sindacato, il Sappe, che prende parola per voce del segretario regionale Luca Fais.
«Stavolta – dice – a farne le spese è stato un assistente capo della Casa di reclusione di Nuoro che durante il turno pomeridiano è stato aggredito, con una testata in pieno volto, da un detenuto appartenente alla criminalità organizzata e sottoposto ad un regime di Alta sicurezza». Stando a una prima ricostruzione dei fatti, il detenuto in questione, V.V., campano in carcere per reati legati alla camorra, avrebbe aggredito il poliziotto perché «non voleva aspettare il suo turno per espletare una telefonata. Ci sembra una scusa banale – sottolinea Manca –, adottata dallo stesso detenuto per coprire l’azione premeditata nei confronti del poliziotto che in quel momento rappresentava lo Stato, “o sbirro” tanto odiato tante, che lo stesso non risulta nuovo a episodi del genere».
«Questo nuovo avvenimento – aggiunge Fais – dimostra le difficoltà del personale a prestare servizio in determinate condizioni di costante emergenza, dovute dalla carenza di personale e dalle insufficienti risorse per la manutenzione delle strutture, che ne compromettono l’ordine e la sicurezza». «Proprio in questo periodo si sta ventilando la possibilità di riaprire un padiglione detentivo – va avanti il segretario del Sappe –, ma l’organico attuale rende praticamente impossibile tale ipotesi. L’amministrazione penitenziaria dovrà tenere ben presente quanto sta avvenendo in Sardegna, affinchè nelle sedi opportune, dove si sta discutendo la rideterminazione degli organici della polizia penitenziaria, prendano atto dei notevoli carichi di lavoro che stanno sovrastando i poliziotti penitenziari nella gestione dei detenuti all’interno delle sezioni e durante le molteplici traduzioni in Regione e verso la penisola». «Nell’esprimere la nostra solidarietà e vicinanza al poliziotto aggredito – chiude il segretario della Cisl-Fns – ribadiamo la necessità di fermezza da parte dell’amministrazione penitenziaria su questi casi di aggressione che si stanno riproponendo troppo spesso. Episodi questi che fanno parte del rischio nel nostro lavoro ma l’amministrazione rafforzi le unità dove il pericolo è maggiore».