Altra aggressione ieri intorno all’ora di pranzo nel carcere di Foggia, quando un sostituto commissario della polizia penitenziario – di Sorveglianza ai Reparti detentivi e di Alta Sicurezza – è stato aggredito all’interno di una cella da G.M., detenuto sanseverese classe 1988 condannato in via definitiva a una pena che lo costringerà a restare dietro le sbarre fino al 29 agosto 2020.
Quando l’ufficiale dell’operazione di prelievo su disposizione del funzionario di turno ha aperto la cella, il recluso lo ha spintonato con violenza e l’agente nella caduta è finito con la testa sul pavimento. Per le lesioni riportate è stato dapprima soccorso e messo in sicurezza dal personale a supporto e poi trasferito agli Ospedali Riuniti di Foggia.
Il penitenziario di Foggia, alla data odierna conta 571 detenuti, vigilati da solo 25 unità di polizia penitenziaria. Queste le parole di Mimmo Mastrulli: “Manca personale di polizia e del comparto ministeri, certo, manca una buona organizzazione dei servizi e del lavoro di sicurezza, ma mancano stanziamenti e attenzione da parte del DAP Centrale e del PRAP Puglia, manca un secondo dirigente a Foggia, mancano almeno due funzionari del ruolo commissari e mancano 80 agenti uomini e donne”.
Aggiunge il responsabile provinciale del COSP: “Quello che invece non manca è l’apertura delle celle e vigilanza dinamica, non manca la troppa elasticità con cui dal centro e dalla Regione penitenziaria intendono amministrare i 3400 circa reclusi in Puglia e i 54mila detenuti nelle prigioni Italiane, mentre chi soffre è la polizia penitenziaria”
Il COSP rivolge l’appello al ministro della Giustizia, Andrea Orlando: “Si inizi a richiedere chiarimenti ai dirigenti generali, dirigenti e funzionari penitenziari sul perché accadono queste continue aggressioni”. Un caso ancor più increscioso si verificò nell’agosto del 2016 nel reparto infermeria. In quell’occasione finirono all’ospedale tre agenti.