Prato – poliziotti aggrediti in carcere

Torna alla ribalta della cronaca la Casa Circondariale di Prato, ove nella serata di lunedì 6 Marzo, verso le ore 19:00, si è consumata l’ennesima aggressione in danno di due appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria. Autore dell’evento un ristretto di nazionalità nigeriana, condannato in via definitiva per i reati di resistenza e oltraggio a Pubblico Ufficiale, ristretto in sezione detentiva a “regime chiuso”, destinata all’accoglienza dei detenuti nuovi giunti dalla libertà, di coloro, che nel corso della detenzione si sono contraddistinti per l’esecuzione di numerosi gesti autolesionistici e da alcuni soggetti contraddistinti da problematiche di natura psichiatrica. Spiega Pasquale SALEMME, segretario nazionale per la Toscana del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “Il detenuto, durante la fase di chiusura della socialità a celle chiuse, pretendeva di uscire illegittimamente dalla propria cella e, al rifiuto dell’operatore di Polizia penitenziaria imposto dal regolamento, seppure limitato dal blindo della cella, riusciva con uno scatto improvviso ad aggredire l’Agente attraverso lo spioncino, procurandoli una vistosa ferita sanguinolenta sulla piramide nasale. Dopo l’intervento di altro Personale di Polizia Penitenziaria, prontamente intervenuto, il detenuto veniva accompagnato all’esterno della Sezione, ma improvvisamente si scagliava contro un altro Agente, colpendolo con una gomitata al volto e su altre parti del corpo, procurandoli una tumefazione all’arcata sopracciliare sinistra e una frattura alla mano sinistra. Sottoposti alle cure del Personale Sanitario operante presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale pratese, venivano successivamente dimessi, rispettivamente, con prognosi di 7 gg. e 35 gg”. “Il SAPPE”, prosegue Salemme, “che tramite il proprio rappresentante sindacale locale, ha seguito i due Agenti sin da subito, ivi compreso il percorso ospedaliero, esprime nei loro confronti piena solidarietà, con l’augurio di una pronta guarigione. Auspica e sollecita i vertici dell’Amministrazione Penitenziaria a mettere in atto ogni utile intervento teso al recupero psicologico degli stessi, con particolare riguardo all’Agente rimasto ferito al volto, il quale è apparso particolarmente scosso dall’accaduto”. Sull’elevato sovraffollamento della struttura detentiva pratese, con particolare riguardo alle Sezioni denominate 1° e 2° sezione Media Sicurezza ove vige il “regime chiuso”, Salemme “rimarca che, in sede di contrattazione, nel mese di aprile 2016 furono date ampie garanzie da parte della Direzione, che la presenza detentiva sarebbe stata di n. 48 unità cadauna (due detenuti per cella) e 2 celle singole per ogni sezione destinate all’allocazione dei soggetti cosiddetti “particolari”. Ad oggi entrambe le sezioni ospitano all’incirca 65 detenuti per una presenza complessiva di 130 ristretti a fronte dei 96 prospettati, rendendo la condizione lavorativa degli Agenti di Polizia Penitenziaria particolarmente complessa, ovvero di difficile gestione, fino ad arrivare al grave evento di lunedì, che altro non è che la punta dell’iceberg”. Donato Capece, segretario generale del SAPPE, commenta: “La Polizia Penitenziaria di Prato si ritrova quotidianamente ad affrontare carenze di organico, carenze di figure professionali (educatori), disorganizzazione, sovraffollamento, provocazioni e minacce da parte dei detenuti, consapevoli della funzione svolta, ma senza il dovuto supporto dei vertici dell’Amministrazione. La chiusura dell’O.P.G di Montelupo, la prolungata chiusura della Casa Circondariale di Pistoia e Arezzo, nonché le problematiche, che affliggono altre strutture del distretto Toscana – Umbria, non possono ricadere sulla struttura pratese, con il continuo e incessante trasferimento di detenuti in entrata. Il limite ricettivo è ormai raggiunto da tempo, e sempre più gravato dal lento e costante afflusso dei ristretti del circondario pistoiese, tratti in arresto dalle altre forze di Polizia”. Ed esprime apprezzamento ai poliziotti penitenziari: “E’ solamente grazie ai poliziotti penitenziari, gli eroi silenziosi del quotidiano a cui va il ringraziamento del SAPPE per quello che fanno ogni giorno, se le carceri reggono alle costanti criticità penitenziarie. Queste situazioni di alta tensione sono stati gestiti con grande professionalità e sprezzo del pericolo, nonostante la Polizia Penitenziaria ha dovuto contare due Agenti feriti. Contiamo ogni giorno gravi eventi critici nelle carceri italiane, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dall’Amministrazione Penitenziaria. Ogni 9 giorni un detenuto si uccide in cella mentre ogni 24 ore ci sono in media 23 atti di autolesionismo e 3 suicidi in cella sventati dalle donne e dagli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria. Aggressioni risse, rivolte e incendi sono all’ordine del giorno e i dati sulle presenze in carcere ci dicono che il numero delle presenze di detenuti in carcere è in sensibile aumento. Ed il Corpo di Polizia Penitenziaria, che sta a contatto con i detenuti 24 ore al giorno, ha carenze di organico pari ad oltre 7.000 Agenti …”. “Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto sono decuplicati eventi gli eventi critici in carcere”, concludono i sindacalisti del SAPPE. “Se è vero che il 95% dei detenuti sta fuori dalle celle tra le 8 e le 10 ore al giorno, è altrettanto vero che non tutti sono impegnati in attività lavorative e che anzi trascorrono il giorno a non far nulla. Ed è grave che sia aumentano il numero degli eventi critici nelle carceri da quando sono stati introdotti vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto. Nell’anno 2016 ci sono infatti stati 39 suicidi di detenuti, 1.011 tentati suicidi, 8.586 atti di autolesionismo, 6.552 colluttazioni e 949 ferimenti. E questo deve fare capire in quali condizioni sono costretti a lavorare i poliziotti penitenziari in Italia ed a Prato in particolare, spesso vittime loro stessi della follia delinquenziale di certi detenuti”. Fonte: Ufficio Stampa SAPPE Polizia Penitenziaria

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