Una cella del carcere di Santa Maria Capua Vetere distrutta, due agenti della polizia penitenziaria picchiati e spediti in medicheria. È il bilancio dell’ultima aggressione tra le sbarre commessa da un detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, dove il numero degli agenti è sempre più esiguo e quello dei detenuti considerati pericolosi, invece, è altissimo. Così, si riapre la questione sicurezza nella casa circondariale più grande dell’intera provincia di Caserta. L’aggressione è accaduta ieri mattina (Ven 16/9 ) alle ore 12, circa, mentre in un’ala del carcere si stavano celebrando gli interrogatori di garanzia degli indagati nell’ultima mega inchiesta sul business dei rifiuti di Piedimonte Matese, Alvignano e Casagiove.
Protagonista del fatto, il detenuto Giuseppe Pimpinella, 33 anni di Santa Maria Capua Vetere, arrestato nel 2011 e poi ancora nel 2013 con l’accusa di rapina a mano armata in una gioielleria situata tra San Prisco e Santa Maria. Pimpinella era stato segnalato alle forze dell’ordine anche nel 2011 per aver dato fastidio ai vicini. Insomma, un detenuto non facile da gestire. «Ora basta, serve più tutela tra le mura del carcere», grida il sindacato degli agenti della penitenziaria.
Stando ad alcune indiscrezioni, Pimpinella era stato rinchiuso in una stanza in isolamento per punizione, l’uomo avrebbe letteralmente fatto a pezzi i servizi d’igiene della cella. Quando gli agenti sono entrati nella stanza per placare la sua ira, l’uomo li ha aggrediti con calci e graffi. Sono serviti quattro uomini in divisa per placare la sua ira. Successivamente, è stato bloccato e portato in un altro reparto. Solo sei giorni fa, a Perugia era stata registrata un’altra aggressione in carcere.