E’ stata respinta dal tribunale di Varese la richiesta del Questore di Varese, Francesco Messina, per la sorveglianza speciale ad un nostro compagno.
Sabato scorso un corteo aveva attraversato la città di Saronno per ribadire il nostro NO alla sorveglianza speciale e per contestualizzare questa misura repressiva all’interno di una più ampia limitazione delle nostre libertà nella città di Saronno, andando a criticare per esempio il nuovo regolamento di polizia urbana che vieta le cose più assurde (es: mangiare sui gradini di una chiesta, bere alcolici in strada, arrampicarsi sugli alberi etc).
Dopo il corteo c’è stata una occupazione temporanea di una vecchia fabbrica dismessa nella quale si è svolta una serata musicale.
Martedì durante l’udienza per la convalida della sorveglianza speciale fuori dal tribunale di Varese c’è stato un presidio di solidarietà. La corte si era riservata di prendere la decisione dopo qualche giorno, e venerdì 30 è arrivata la sentenza che respinge la richiesta della Questura.
Lo stesso tribunale attesta come la richiesta del questore fosse pretestuosa e illegittima, sottolineando una volta di più come l’accanimento sbirresco per cercare di cancellare la presenza conflittuale sul suolo saronnese vada persino oltre la naturale infamia di tribunali e giudici.
Insomma, a farci la figura del fesso è chi ha proposta questa misura, il questore Francesco Messina, che proprio in questi giorni ha completato il trasferimento a Caserta, mentre a Varese arriva Attilio Ingrassia, precedentemente a capo della Questura di Belluno.
Ricordiamo come questa richiesta di sorveglianza sia arrivata quasi in contemporanea con altre analoghe richieste mandate dalle questure di Bologna e Torino, ai danni di alcuni compagni/e anarchici. Non è probabilmente un caso questa contemporaneità, ed è possibile che nel prossimo futuro vedremo arrivare analoghe richieste anche per altri compagni. Fortunatamente questa prima richiesta è andata a vuoto, non andando a creare un pericoloso precedente, considerando anche il numero veramente ridotto di denunce e segnalazioni avute dal nostro compagno. Ci auguriamo anche a Torino e Bologna le sentenze saranno di ugual natura.
I compagni e le compagne di Saronno