Nuovi schiavi? Carcerati inglesi costretti a cucire abiti per l’esercito

ggIl Governo inglese ha rivelato ieri un progetto per introdurre piani forzosi nelle carceri. Si tratta – così riportano le agenzie d’Oltremanica, che attribuiscono la frase a esponenti dello stesso governo – di “insegnare il valore del duro lavoro” (hard work), risparmiando. In sostanza, i prigionieri dovrebbero lavorare in laboratori di manifattura per realizzare tute, giacche, sacchi a pelo, tende e indumenti per l’esercito

Tempi di magra, per chi cerca lavoro. Per chi è in carcere, però, le cose sembrano andare diversamente. Il lavoro, qui, rischia di diventare forzato
Una sorta di luogo comune, diffuso tra decisori e opinion makers, si sta facendo largo. La logica, in sostanza, è questa: un detenuto è un costo per la società, di conseguenza è giusto che lavori, ripagando la società delle spese.
Domenica, il Governo inglese ha rivelato un progetto per introdurre piani forzosi nelle carceri. Si tratta – così riportano le agenzie d’Oltremanica, che attribuiscono la frase a esponenti dello stesso governo – di “insegnare il valore del duro lavoro” (hard work), risparmiando. In sostanza, i prigionieri dovrebbero lavorare in laboratori di manifattura per realizzare tute, giacche, sacchi a pelo, tende e indumenti per l’esercito.
Chris Grayling, Segretario alla Giustizia, ha smorzato i toni e le critiche, che già stanno montando, affermando che il programma mira alla valorizzazione delle competenze dei detenuti che, una volta fuori, potranno farle valere sul mercato del lavoro. “Per la prima volta daremo corpo a un vero programma di riabilitazione”, ha proseguito Grayling, entusiasta dei progetti pilota che si sono susseguiti in questi mesi.
Il modello adottato da Londra sembra molto simile a quello che, negli Stati Uniti, attraverso la Federal Prison Industry, ha sviluppato un giro d’affari di circa 20 milioni di dollari con la realizzazione di giubbotti antiproiettile per l’esercito.
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