Prigionieri No Tav – Accusa di terrorismo anche per Lucio, Francesco e Graziano

lucio fra graA circa cinque mesi dagli arresti di Francesco, Graziano e Lucio, la procura di Torino, tramite ordinanza firmata dalla PM Federica Bompieri, ha deciso di estendere ai tre l’accusa di terrorismo, già utilizzata contro gli altri prigionieri No Tav in carcere per l’attacco al cantiere del 13 maggio 2013.
A pochi giorni dalla sentenza di primo grado contro Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, la notifica di questo nuovo capo di imputazione contro Francesco, Graziano e Lucio, potrebbe inasprirne la carcerazione, consentendone il trasferimento in circuiti Alta Sicurezza (AS2); al contempo conferma la volontà, da parte della procura, di insistere sul tasto repressivo e mediatico del terrorismo.

Segue da macerie:

Ad un anno esatto dagli arresti di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, e a poco più di una settimana dalla sentenza di primo grado contro di loro, l’accusa di terrorismo viene contestata anche a Lucio, Francesco e Graziano. In carcere da luglio, i tre finora erano accusati “solo” di detenzione e trasporto di armi da guerra, di danneggiamento a mezzo incendio e di altri reati minori cui questa mattina si sono aggiunti anche il 280 e 280bis, l’attentato con finalità di terrorismo. Questa sgradita sorpresa è stata accompagnata dalla perquisizione delle loro celle, con sequestro di vario materiale, e ha comportato anche il blocco dei colloqui. Un familiare e una amica regolarmente autorizzati questa mattina sono stati infatti rispediti indietro e avvertiti che dovranno richiedere una nuova autorizzazione. Non sappiamo ancora se, come già accaduto per i 4, i colloqui verranno bloccati per un certo tempo o se in questo caso si tratterà invece solo di una breve sospensione. Né al momento è possibile prevedere quando e dove i tre verranno trasferiti visto che l’accusa di terrorismo prevede un regime di detenzione di Alta Sorveglianza.

Uscendo infine da ciò che accade nelle aule di tribunale e negli istituti penitenziari, negli ultimi giorni molte centinaia di persone hanno percorso e bloccato le strade della Valsusa per la liberazione dei sette compagni in carcere. Nella serata di domenica un lungo e rumoroso corteo ha attraversato Susa, soffermandosi in particolare davanti all’hotel Napoleon dove con fumogeni e battiture si è disturbato il riposo delle forze dell’ordine che lì sono ospitate. Il giorno dopo, l’8 dicembre, anniversario degli scontri a Venaus del 2005, due gruppi di manifestanti hanno provato a raggiungere l’area del cantiere da due punti distinti. Un gruppo si è ritrovato a Giaglione ed è riescito, attraverso i sentieri, ad aggirare i blocchi delle forze dell’ordine e a raggiungere le recinzioni del cantiere, dove ha da vita a una battitura. Chi si è invece dato appuntamento alla Centrale di Chiomonte ha trovato un blocco delle forze dell’ordine sul ponte antistante il cancello della Centrale e ha deciso quindi di risalire verso la statale 24 che è stata bloccata per diverse ore. Qualcuno si è diretto invece verso la vicina stazione dove, occupando i binari, ha ritardato il passaggio di un Tgv. A fine pomeriggio, un nutrito gruppo di manifestanti è tornato verso la Centrale dove ha iniziato una rumorosa battitura che non ha incontrato l’apprezzamento delle forze dell’ordine che hanno risposto con idranti e lacrimogeni. La giornata si è conclusa così e ci si è dati tutti appuntamento al 17 dicembre, giorno della sentenza. Alle ore 9.00 in Aula Bunker per salutare Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò e nel pomeriggio, alle 17.30, nella piazza del mercato di Bussoleno per decidere il da farsi dopo il verdetto della Corte d’Assise.

Vi proponiamo ora una lettera aperta a Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò in risposta alle loro dichiarazioni, distribuita in questi giorni in Valsusa.

Fonte.


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