Morto in carcere a Trani condannato dirigente medico

truffa-sui-farmaci-per-infertilita-4-ginecologi-arrestati-a-bari_2289Una sola condanna, quattro mesi di reclusione per il direttore sanitario del carcere di Trani, Francesco Monterisi. Assolti gli altri 4 medici (Michele De Pinto, Gioacchino Soldano, Francesco Russo e Giuseppe Storelli, difesi dall’avvocato Carmine Di Paola), imputati nel processo con il rito abbreviato per la morte di Gregorio Durante, il detenuto trovato cadavere in una cella del penitenziario la mattina del 31 dicembre del 2011.
In udienza il pm Michele Ruggiero aveva chiesto tre anni per due medici ipotizzando che non si fosse trattato solo di un caso di omicidio colposo ma anche di abbandono di incapace, tirando in causa il direttore della struttura e alcuni agenti della polizia penitenziaria. Grida allo scandalo la mamma di Gregorio, la signora Ornella Chiffi per la quale non è giusto che a pagare sia stata una sola persona e non tutti, paragonando il caso di suo figlio a quello di Stefano Cucchi, morto nel 2009 nel carcere di Regina Coeli a Roma.
I legali della famiglia, gli avvocati Nicola Martino e Francesco Fasano, attendono il deposito della sentenza e si dicono pronti a fare ricorso in Appello. Durante, stabilì l’autopsia, a causa di una crisi respiratoria indotta da un’intossicazione da fenorbital, farmaco utilizzato per il trattamento dell’epilessia. I legali dell’uomo avevano depositato un’istanza di sospensione dell’esecuzione della pena, che sarebbe terminata nel 2015, o in alternativa di detenzione domiciliare per gravissimi motivi di salute ed incompatibilità con il regime carcerario.
Dal penitenziario di Trani si sono sempre difesi sostenendo che l’uomo era stato sempre seguito e curato, che medici e magistrato di sorveglianza avevano anche predisposto il trasferimento in una struttura psichiatrica giudiziaria, delle poche ancora rimaste in Italia, ma non c’erano posti liberi. Gregorio Durante, che soffriva di crisi epilettiche associate a crisi psicomotorie a causa di una encefalite contratta nel 1995 quando aveva 17 anni, era figlio di Pippi, il boss accusato di aver ucciso il 1 aprile del 1984 l’assessore della pubblica istruzione del comune di Nardò Renata Fonte. Stava scontando una condanna a 6 anni di reclusione per uno schiaffo che, pur essendo in regime di sorveglianza, aveva dato a un ragazzo, nel corso di un diverbio avuto perché il giovane stava per fare cadere per le scale, con uno sgambetto, la compagna di Durante, Virginia, all’epoca incinta.

Fonte


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