Detenuto moribondo nel carcere di Poggioreale

cordatesa“Un altro gravissimo caso si sta consumando nello stesso istituto di pena napoletano”, dopo la morte nel carcere di Poggioreale di un detenuto gravemente malato. E’ il caso “di un uomo affetto da un tumore al midollo spinale che ha perso 60 chili e che è ridotto a uno scheletro, che si sta lentamente spegnendo in una cella”. La denuncia è di Franco Corbelli di “Diritti civili” riprende una denuncia fatta dal senatore del Pd Luigi Manconi, presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani del Senato.

“Il detenuto si chiama Vincenzo Di Sarno e ha 35 anni – dice Manconi – e su questo caso ho presentato una interrogazione al sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Berretta, che ha sua volta ha emesso un comunicato”

Corbelli auspica che “su queste tragedie e ingiustizie faccia sentire la sua voce anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Chiedo al ministro Cancellieri un suo immediato intervento per questo nuovo, drammatico caso, di un detenuto malato di tumore che sta morendo in carcere. Le chiedo di intervenire prima e non dopo la morte del detenuto. Faccia tutto quello che è nei suoi poteri -conclude- per porre fine a questa altra ingiustizia e disumanità”.

“La morte di Federico Perna ci pone di fronte al totale degrado in cui versano le nostre carceri. Dall’inizio dell’anno si sono registrati 139 decessi, numeri preoccupanti che non sembrano però in grado di turbare una politica sempre più lontana dai reali bisogni della comunità”. Lo sottolinea  Alfonso Papa, portavoce nazionale di Alleanza democratica e presidente del “Comitato per la prepotente urgenza per l’amnistia” che così commenta la morte del giovane nel carcere napoletano di Napoli.

“Le mie parole nascono da un’esperienza subìta sulla mia pelle – continua Papa – Anche io sono stato ristretto a Poggioreale per 106 giorni. Ho potuto conoscere e toccare con mano le drammatiche condizioni in cui centinaia di cittadini vengono costretti a scontare la propria pena. Stato in cui diventa difficilissimo far riconoscere i diritti più elementari, come quello alla salute”.

“Quella vissuta da Federico è purtroppo una tragedia annunciata – conclude l’ex parlamentare – La sua è stata un’esistenza stritolata da un ordinamento garantista solo a parole ma non nei fatti”.

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