La notte tra il 9 e 10 novembre tre nostri compagni erano impegnati a continuare i lavori di autorecupero della casa occupata K2O di via Buonarroti 93, spostando materiali edilizi in disuso presenti nell’ area del cantiere dismesso di cui la casa fa parte, in vista di un loro riutilizzo nella stessa. Insomma una pratica di routine all’interno delle aree occupate: la nostra esperienza decennale ci insegna che ciò che la società scarta, abbandona e lascia marcire può riprendere vita in mille modi.
Durante questa operazione i tre compagni assistevano all’irruzione, pistola alla mano, della polizia nell’area occupata, venendo fermati, ammanettati e portati in commissariato.
Dopo essere stati trasferiti in questura a Milano per l’identificazione, i tre compagni venivano rilasciati con una denuncia per tentato furto aggravato in concorso, dopo 11 ore di fermo.
A fronte di tutto ciò riteniamo doveroso rispedire al mittente l’accusa generica di furto, rivendicando la legittimità politica della pratica dell’occupazione di stabili abbandonati e del riutilizzo di materiali in disuso a scopo sociale: sono,queste, pratiche che abbiamo sempre adottato alla luce del sole, in maniera pubblica e partecipata, che in nessun modo possono essere ricondotte all’assurda accusa di furto.
Non sono di certo questi gli ostacoli e le provocazioni che fermeranno settimane di lavoro, tempo ed energie condivisi all’interno dello spazio con le numerose famiglie che in questo periodo hanno visto nella pratica dell’autorecupero una concreta alternativa al vuoto progettuale in cui navigano le istituzioni comunali di fronte alla necessità abitativa.
In particolare in un periodo come questo, in cui sempre più famiglie vengono sfrattate e costrette in mezzo a una strada mentre le speculazioni edilizie del palazzinaro di turno producono complessi di edifici invenduti o cantieri lasciati a marcire per anni: perciò proseguiremo senza sosta l’opera di ripristino di K2O che a breve sarà pronto ad ospitare la prima famiglia esclusa dalla graduatoria d’emergenza.
Riteniamo infatti che il vero “delitto” sia costruire in maniera sconsiderata e insostenibile abitazioni il cui unico scopo è mantenere artificialmente alto il costo delle case e sfrattare ogni settimana famiglie (o singoli) per morosità incolpevole, non certo recuperare stabili e materiali abbandonati per fornire alle famiglie sfrattate un posto diverso dal sedile posteriore dell’auto dove dormire.
Questo fatto non mette quindi in dubbio la nostra convinzione che “ladro” sia chi specula sulle nostre vite, precarizza sul posto di lavoro e ci sfratta lasciandoci in mezzo a una strada.
Massima solidarietà ai nostri tre compagni fermati e denunciati!
F.O.A. Boccaccio 003