L’isola di Pianosa torna carcere

cordatesaSi torna a parlare del carcere di Pianosa: il ministero della Giustizia sta ragionando su una sua possibile riapertura e nel frattempo prende corpo una sorta di progetto pilota, ormai in avanzato stadio di lavorazione, che prevede di riattivare un distaccamento della struttura – quello Sembolello – a una quarantina di soggetti in semilibertà abilitati a lavorare all’esterno del carcere.

Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha già «approvato e condiviso l’ipotesi presentata» dal Provveditorato regionale della Toscana, riporta un documento firmato dallo stesso provveditore, Carmelo Cantone. Ora serve l’ok formale del Comune di Campo nell’Elba e dell’Ente Parco dell’Arcipelago, ma di fatto con loro un accordo di massima c’è, tanto più che gli enti avrebbero il vantaggio di avere una squadra di persone – gli stessi detenuti – impegnata nella bonifica e nella manutenzione delle aree praticabili dell’isola. Collaborativo anche il governatore della Regione, Enrico Rossi, purchè «l’isola rimanga turisticamente accessibile e si riduca la pressione carceraria sulle altre strutture presenti in Toscana».

Il piano va discusso soprattutto con le organizzazioni di polizia penitenziaria, dato che il presidio di agenti sull’isola andrebbe rafforzato per il controllo sull’accesso all’isola di giorno e il turno di notte a Sembolello, dove i detenuti rientreranno per dormire. Non si tratta di grandi numeri: in sostanza, un raddoppio degli attuali quattro agenti. Ma visto il sottorganico del corpo, anche le cifre che dall’esterno sembrano dettagli vanno discusse. Anche perchè «Pianosa è Pianosa», sintetizza senza giri di parole Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp, «favorevole» al progetto «a patto che siano ben definiti turni e riconoscimenti per gli agenti». E consapevole che «se riaprire questa diramazione serve a riaprire Pianosa nel suo complesso, allora il discorso cambia, perchè l’isola, viste le sue condizioni di isolamento, non è adatta a detenuti in custodia attenuata». «Se l’idea è aprire una sezione – aggiunge il segretario generale di Uilpa penitenziari, Eugenio Sarno – va bene. Se il progetto è più ampio, allora dobbiamo fermare le macchine e sederci a un tavolo. Pianosa è una sede molto disagiata: dobbiamo discutere l’agibilità della caserma e i tempi di permanenza per gli agenti». Una riunione con i sindacati si terrà il 19 giugno al Provveditorato toscano. Vede con favore l’iniziativa se volta a favorire il lavoro e il recupero dei detenuti, Patrizio Gonella, presidente dell’associazione Antigone, che invece invita a vigilare perchè sull’isola non si debbano riaprire sezioni di massima sicurezza.

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