18/02/2013
La cena forcaiola!
Diffondiamo da Contromaelstorm
Dal Corriere della Sera abbiamo saputo che, qualche giorno fa, si è svolta una cena con personaggi altolocati. Non ci è dato sapere quali e quanti partecipanti abbiano condiviso le libagioni. Conosciamo però gli argomenti di discussione degli onorevoli commensali. Ce ne racconta il contenuto e il senso tale Giovanni Iudica, ordinario di diritto civile dell’Università Bocconi di Milano.
Abbiamo esperienza di professori della prestigiosa Università Bocconi. Tredici mesi del governo Monti ci hanno insegnato che, colui che era stato presentato come valente statista, si è destreggiato nel ruolo di tagliatore delle già magre entrate di proletari e pensionati.
Stavolta il tema però era la “giustizia”, così definiscono la loro “voglia di galera”. Già perché volenterosi di metter mano alla riforma del Codice penale fascista di Alfredo Rocco che, a 68 anni dalla “liberazione” dal fascismo, sanziona ancora i nostri comportamenti, ne hanno tratto la convinzione che il buon fascista Rocco (guardasigilli di Mussolini) sia statotroppo garantista. Ohibò!, qualcuno dirà; e che cazzo! altri. Eppure è proprio così, la lettera inviata dal sommo giurista al CdS conclude così: «Tutti d’accordo nel ritenere che questo codice penale, così come è, non va. Tutti hanno preso atto che, dal codice Rocco a oggi, si è verificata una lacerante divaricazione tra norma penale e comune sentire. La gente sta dalla parte dei deboli, delle vittime, dalla parte di Abele. La legge penale attuale dalla parte di Caino».
Potete leggere l’intero contenuto della lettera pubblicata a pag.51 del CdS del 15/2/2013
Alcune forze politiche, in queste elezioni, hanno inserito nel loro programma la revisione del Codice penale Rocco, del quale la magistratura utilizza, da un po’ di tempo e sempre più, le parti più grottesche come “devastazione e saccheggio” per sbattere in galera chiunque protesti.
A questo punto ci chiediamo e chiediamo loro: «Scusate, ma in che direzione volete cambiarlo?». Non vorremmo proprio che questo nuovo secolo ci costringa a scendere in lotta per…udite!, udite! “difendere il Codice fascista Rocco”. Sarebbe una tremenda beffa
A proposito di “beffe” c’è qualcosa in questa lettera che ci ricorda il triste epilogo dell’arrogante e spaccone Neri Chiaramantesi (interpretato dal bravo Amedeo Nazzari- «Chi non beve con me, peste lo colga!») dello spledido film di Alessandro Blasetti, “La cena delle beffe”(1941). Guardare per credere…..
eheheh…eheheh