Episodio di violenza nel carcere di Ascoli Piceno, dove nella giornata di lunedì 10 febbraio un detenuto nigeriano ha aggredito un agente di Polizia Penitenziaria.
“La situazione resta allarmante nelle nostre carceri. Il detenuto ha proditoriamente aggredito l’Agente di Polizia Penitenziaria impegnato in una perquisizione. Al collega, al quale va la nostra solidarietà e vicinanza, il Pronto Soccorso dell’Ospedale ha diagnosticato 5 giorni di prognosi. Queste aggressioni sono intollerabili, tanto più se messe in atto da chi già in passato si è distinto per episodi violenti. Noi non siamo carne da macello ed anche la nostra pazienza ha un limite… Il numero delle aggressioni ai Baschi Azzurri, che prestano servizio nelle sezioni detentive e in carcere assolutamente disarmati e senza alcuna forma di difesa personale, è nell’ordine delle diverse centinaia ogni anno. Servono strumenti di tutela efficaci, come può essere proprio lo spray anti aggressione recentemente assegnato – in fase sperimentale – a Polizia di Stato e Carabinieri. Mi auguro che il Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri valuti positivamente questa nostra proposta e, quindi, assumi i provvedimenti conseguenti”.
La notizia arriva dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria, per voce del leader Donato Capece.
“La situazione, ad Ascoli e nelle carceri italiane, resta grave: ma va detto che il Parlamento ignora colpevolmente il messaggio del Capo dello Stato dell’8 ottobre scorso, che chiedeva alle Camera riforme strutturali per il sistema penitenziario a fronte dell’endemica emergenza che tra l’altro determina difficili, pericolose e stressanti condizioni di lavoro per gli Agenti di Polizia Penitenziaria”, tuona Capece, segretario generale SAPPE. “Addirittura il Capo del DAP Tamburino, che nostro malgrado è anche Capo della Polizia Penitenziaria, ha avuto l’ardire di sostenere che l’Italia non sarà in grado di adottare entro il prossimo maggio 2014 quegli interventi chiesti dall’Unione Europea per rendere più umane le condizioni detentive in Italia. E le aggressioni ai poliziotti sono all’ordine del giorno, come dimostra quella nel carcere di Ascoli Piceno”.
Capece torna a sottolineare le criticità delle carceri italiane: “Nei 206 penitenziari del Paese il sovraffollamento ha raggiunto livelli patologici ma il Capo DAP Tamburino alza le mani di fronte alla sentenza Torreggiani. Il nostro organico è sotto di 7mila unità. La spending review e la legge di Stabilità hanno cancellato le assunzioni,nonostante l’età media dei poliziotti si aggira sui 37 anni. Altissima, considerato il lavoro usurante che svolgiamo”.