(AGI) – Amritsar (India), 9 mag. – Un pachistano, Sanaullah Ranjay, detenuto nelle prigioni indiane, e’ morto in carcere per le percosse ricevute durante “un regolamento di conti”. Una tale barbarie avrebbe spinto Islamabad ad avviare un’inchiesta internazionale per raccogliere prove sull’orrendo crimine. I dottori che hanno prestato soccorso a Ranjay all’ospedale governativo hanno dichiarato che il 52enne sarebbe morto per un collasso degli organi interni, per colpa di una grave ferita alla testa seguita alle percosse subite nella prigione, a nord della citta’ di Jammu. Il primo ministro di Jammu e Kashmir, stato a maggioranza islamica, ha annunciato che avrebbe fatto delle indagini sull’attacco subito dal prigioniero pakistano, definendola “una questione di grande imbarazzo”. Ma fonti ufficiali pakistane hanno ribattuto che non si sarebbero accontentati di un’inchiesta interna sull’uccisione extra giudiziale, richiedendo invece un’indagine sovranazionale.
La morte di Ranjay ha seguito quella di Sarabjit Singh, un indiano che era detenuto nella prigione pakistana di Kot Lakhpat a Lahore, con l’accusa di spionaggio, morto una settimana fa per un selvaggio assalto dei compagni di cella.
Un comunicato dell’ospedale sulla morte di Ranjay ne spiega le cause.
“Il detenuto ha avuto un collasso multiplo degli organi interni dovuto ad una gravissima ferita alla testa. Il team medico diretto dal Prof. Batra ha fatto il massimo per rianimarlo”. Un dottore che e’ voluto restare anonimo ha fornito maggiori dettagli all’Afp, sostenendo che invece Ranjay sarebbe morto per la crisi renale sopravvenuta nella notte, quando era solo in carcere. L’ospedale indiano consegnera’ il corpo ai parenti del detenuto che arriveranno in India martedi’ prossimo “secondo le istruzioni ricevute dal governo”.
Non si e’ fatta attendere la risposta del governo pachistano. “Siamo scioccati per questa barbarie. Questo e’ un’omicidio extra giudiziale di un cittadino pachistano innocente, avvenuto proprio sotto il naso delle autorita’ giudiziare indiane”. Il portavoce governativo ha aggiunto: “Troveremo i colpevoli e metteremo in luce ogni possibile connivenza”.