Nuovi indagati nell’inchiesta sullo spaccio di droga che una settimana fa ha portato l’assistente di polizia penitenziaria David Grosso, 40 anni, di Aosta, prima in carcere a Verbania e poi agli arresti domiciliari nella sua casa in città.
L’episodio della droga, 50 grammi di cocaina nascosti nel Suv Hyundai dell’agente, sembra destinato a scatenare l’effetto domino all’interno del carcere di Brissogne in cui lavorava Grosso, perché se è vero, come hanno più volte ripetuto magistrati, polizia e lo stesso legale dell’agente che «la droga non era destinata al carcere», è altrettanto vero che per gli uomini del capo della Squadra mobile Nicola Donadio tutta l’inchiesta è nata dalle segnalazioni di illeciti emersi dietro le sbarre di Brissogne.