Giorni agitati nella struttura già turbata dai recenti suicidi
(m.pv.) Non sono giorni tranquilli per il carcere del Bassone. Dopo la notizia dei due morti suicidi nelle ultime settimane, ieri i detenuti hanno iniziato anche una classica forma di protesta, quella della “battitura” delle sbarre fatta con le gavette. Premessa d’obbligo, i due fatti drammatici di cui abbiamo parlato in apertura non sarebbero al centro del contendere, ma sarebbero stati solo la miccia – preannunciata da un incendio di coperte dello scorso fine settimana – per rivendicazioni sopite
da tempo.
Al centro della protesta ci sarebbero le telefonate a casa dei detenuti e la possibilità – in caso di bisogno – di mettersi in contatto con gli avvocati. Con l’arrivo della nuova direzione della struttura, stando alle rimostranze, su questi permessi ci sarebbe stato un giro di vite.
Giusto per fare un esempio, ad ogni detenuto sono concesse quattro telefonate al mese. In caso di padri con figli sotto i 10 anni, le maglie erano un po’ più larghe, previo parere favorevole della direzione.
Ultimamente tuttavia questi via libera sarebbero stati ridotti, o quantomeno rallentati, così come le possibilità di chiamare gli avvocati. Da qui le proteste, che hanno trovato terreno fertile nei malumori per i due recenti suicidi. Una delegazione di detenuti ha chiesto un incontro con la direttrice e nel frattempo è iniziata – da ieri mattina – la “battitura” che si ripete due volte al giorno. Continue reading