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Udine | Antifascismo – Aggressione digossina

cccUdine, 10.02.2015
Alle 20.00 in piazza Venerio, in centro città, un’accozzaglia di neofascisti di CasaPound si raduna oggi per commemorare i loro camerati infoibati settant’anni fa in un corteo autorizzato dal questore Claudio Cracovia, un curriculum che “vanta” il G8 di Genova e la Val di Susa, lo stesso questore che vieta i cortei antifascisti in centro. I fascisti si presentano con tanto di spranghe e fumogeni autorizzati (vietati però alle/ai compagn*, due dei quali hanno infatti un procedimento in piedi per utilizzo di fumogeni in corteo), difesi da decine di celerini, digossini, carabinieri e vigili urbani.
Un anarchica e due anarchici passano in parte. Un fascista viene fatto passare dagli sbirri verso di loro. Mette le mani addosso a un compagno, minacciando, senza avere evidentemente il coraggio di fare altro, per alcuni minuti di spaccare faccia e culo all’«infoibatore». Così almeno lo chiama. DIGOS e sbirraglia varia sono al suo fianco a godersi la scena.
Alla fine tre digossini intervengono, ovviamente senza identificare il fascista, ma aggredendo invece le/i tre anarchici, fino a spingerl* lungo una strada e alla fine sbattendol* contro un muro. Ritirati i documenti (e in seguito uno striscione recitante «Emilio resisti! (A)», aperto dopo l’aggressione degli sbirri), se ne vanno con fasci e colleghi, lasciando le/i tre bloccati dalla celere.
Passano i minuti e le/i tre continuano a chiedere i documenti e di potersene andare, ricevendo risposte del tipo «vi fracasso di botte», «non ci avete ancora visti nervosi», eccetera.
Il sequestro si prolunga per un ora finché non giunge il legale di uno delle/dei compagn*, il quale viene fermato e identificato e si cerca di intimidirlo. Solo a questo punto un digossino, tornato evidentemente perché avvisato dell’imminente arrivo dell’avvocato, restituisce i documenti (tra l’altro inventando che il passaporto di un compagno non fosse valido e dicendo, mentre lo chiamava per nome e cognome, che non sapeva se quello fosse il suo vero documento) e la pantomima repressiva termina. Almeno per ora.

Anarchiche/anarchici

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