Uta, carcere nel caos: furiosa lite fra detenuti e un tentato suicidio

Sono state ore concitate che hanno messo a dura prova la Polizia Penitenziaria del carcere di UTA, una violenta colluttazione tra due detenuti interrotta a fatica dagli Agenti, poco dopo un altro detenuto è stato miracolosamente salvato dal suicidio dagli Agenti, che poi hanno portato alla calma un altro detenuto con problemi psichiatrici che aveva letteralmente distrutto la propria cella, i protagonisti delle vicende sono stati ricoverati in luogo esterno di cura.

Sono ormai ordinari gli eventi critici nell’Istituto, dove la maggior parte dei detenuti soffre di problemi psichiatrici, il Dipartimento ha creato un vero mix esplosivo nell’Istituto cagliaritano dove sono ristretti detenuti con gravi problemi psichiatrici e altri all’ alta sicurezza.

Il risicato organico fatica a fronteggiare i numerosi eventi critici, ormai sono frequenti, talvolta si verificano in diverse sezioni detentive contemporaneamente, spesso un unico responsabile della sorveglianza è costretto a dei salti mortali per gestire le situazioni.

Il Direttore in missione è presente in Istituto raramente in quanto deve dirigere diversi Istituti ed è impiegato in ulteriori incarichi al PRAP, sono attualmente presenti solamente 3 Direttori per 10 Istituti. In questo momento non impiegare un Direttore in pianta stabile nell’Istituto Cagliaritano cosi’ come in altri Istituti della Sardegna, crediamo sia una scelta scellerata.

Il personale di Polizia Penitenziaria si sente abbandonato, ed è costretto ad una costante emergenza, è impossibile continuare in questo modo, è a rischio l’incolumità psico-fisica, senza pensare al rischio concreto di responsabilità giuridiche a cui il personale è esposto nel caso non riesca ad intervenire immediatamente e questo, se l’Amministrazioni non interviene immediatamente, potrebbe succedere. Le relazioni sindacali sono ai minimi termini le regole concordate sono costantemente disattese o aggirate, l’organizzazione del lavoro a nostro avviso va rivista , ma tutto tace, sembra che l’Amministrazione penitenziaria sarda a vari livelli si sia trincerata in un assordante silenzio nell’attesa di chissà quale miracolo, è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche a vari livelli per evitare che il sistema tracolli definitivamente!

La UIL ha inviato una nota al Provveditore ed al Capo del Dipartimento, ma non puo’ piu’ tollerare la situazione in cui il personale è costretto a lavorare, proclama lo stato di agitazione e metterà in atto ulteriori forme di protesta eclatanti.

 

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