Vercelli, rissa in carcere

Si sono picchiati con violenza estrema, italiani contro nordafricani, per motivi che non hanno voluto raccontare nemmeno alle forze dell’ordine. Per questo ieri pomeriggio tre detenuti del carcere “Billiemme” di Vercelli sono finiti al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Andrea con lesioni su ogni parte del corpo. Durante la rissa non è stato ferito alcun agente della polizia penitenziaria, ora potenziata con rinforzi da Biella e Novara. Una situazione, tuttavia, di estremo pericolo secondo il sindacato di polizia penitenziaria Sappe.

“L’intervento è stato davvero rischioso” denuncia il segretario piemontese Vicente Santilli, che aggiunge: “Ieri pomeriggio si sono fronteggiati alcuni detenuti italiani e nordafricani. Alcuni di loro hanno riportato diverse escoriazioni su viso e testa. Il personale di polizia penitenziaria, seppur in numero assai contenuto, è stato bravo a fronteggiare le violenze ed a ricondurre la situazione alla normalità, anche se sono stati momenti drammatici e particolarmente pericolosi e stressanti. Ora l’amministrazione penitenziaria regionale adotti con tempestività urgenti provvedimenti, a cominciare dall’assumere serie misure disciplinari e penali verso i detenuti responsabili dei gravi fatti accaduti nel carcere di Vercelli. Non si faccia finta di non voler vedere le cose come sono: ossia che l’istituto penitenziario ha un organico insufficiente di polizia penitenziaria e che c’è una parte di popolazione detenuta violenta e sfrontata, che non si fa problemi ad alterare l’ordine e la sicurezza del carcere dando vita ad episodi violenti e incresciosi, forse perché la risposta in termini penali e disciplinari ai loro comportamenti violenti e illegali è troppo tenue”.

Il Sappe, attraverso il segretario generale Donato Capece, torna a sottolineare “i disagi che oggi caratterizzano l’istituto di pena di Vercelli, che presenta molti problemi sotto il profilo della sicurezza e dell’organizzazione del lavoro del personale di polizia penitenziaria, clamorosamente sotto organico rispetto alle reali necessità: mancano infatti circa 70 poliziotti penitenziari in organico rispetto al previsto”. Il leader nazionale del Sappe esprime inoltre “apprezzamento e vicinanza al reparto di polizia penitenziaria di Vercelli” e giudica la condotta dei detenuti “irresponsabile e gravissima”. E denuncia: “Contiamo ogni giorno gravi eventi critici nelle carceri italiane, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dall’amministrazione penitenziaria. Ogni 9 giorni un detenuto si uccide in cella mentre ogni 24 ore ci sono in media 23 atti di autolesionismo e 3 suicidi in cella sventati dalle donne e dagli uomini del Corpo di polizia penitenziaria. Aggressioni, risse, rivolte e incendi sono all’ordine del giorno e i dati sulle presenze in carcere ci dicono che il numero dei detenuti è in sensibile aumento. Come si può dunque sostenere che è terminata l’emergenza nelle carceri italiane?”.

Continua Capece: “Da quando sono stati introdotti nelle carceri “vigilanza dinamica” e “regime penitenziario aperto” sono decuplicati eventi gli eventi critici in carcere: questo è un fatto grave. Se è vero che il 95 per cento dei detenuti sta fuori dalle celle tra le 8 e le 10 ore al giorno, è altrettanto vero che non tutti sono impegnati in attività lavorative e anzi trascorrono il giorno a non far nulla. Nel 2016 ci sono stati 39 suicidi di detenuti, 1.011 tentati suicidi, 8.586 atti di autolesionismo, 6.552 colluttazioni e 949 ferimenti. E spesso sono i poliziotti penitenziari a subìre le conseguenze di queste sconsiderate violenze. Nel carcere di Vercelli, nello specifico, si sono contate 68 colluttazioni, 85 atti di autolesionismo e 5 tentati suicidi sventati in tempo dalla polizia penitenziaria”.

 

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