Di nuovo gli Istituti penitenziari leccesi in primo piano per episodi di cronaca. Dopo la sventata evasione dal carcere di Lecce da parte di un magrebino, grazie all’intervento di un ispettore, Borgo San Nicola torna ad essere teatro di episodi di violenza gratuita dei detenuti nei confronti del personale di polizia penitenziaria.
Nel giro di poche ore, questa mattina, due distinti casi fanno parlare di sé e salire l’indignazione delle organizzazioni sindacali: il primo durante le normali attività mattutine, un detenuto ha cercato di aggredire con una forchetta gli agenti di polizia penitenziaria e solo grazie al rapido intervento il fatto non ha portato a conseguenze più gravi; l’altro episodio ha sfiorato la tragedia, un detenuto verso le 9 ha rotto il piede del tavolino in legno presente in cella e lo ha scagliato, senza alcun apparente motivo, contro un ispettore della polizia penitenziaria che è stato colpito gravemente nella parte superiore del capo, provocando una ferita lacerocontusa molto profonda, senza per fortuna colpire l’occhio. L’ispettore ferito è stato trasportato al locale pronto soccorso mediante l’ambulanza del 118 e al momento non si conosce la prognosi.
“Questa è la polizia penitenziaria – afferma il segretario regionale OSAPP Pantaleo Candido – un corpo che ogni giorno presta la sua opera al servizio dello stato, stato che quando si tratta di tutelare l’operato (democratico) dei suoi uomini se ne dimentica. L’assenza di un’ amministrazione sta portando al collasso l’intero sistema, oggi il personale di polizia ha paura di tutto tanto da non riuscire a capire chi e cosa rappresenta, eppure l’85 % per cento di personale negli istituti e’ formato da uomini e donne che grazie alla loro opera rappresentano l’istituzione a sacrificio della propria incolumità e delle loro famiglie…..perche’ chi indossa una divisa ha una famiglia che insieme al proprio caro paga il sacrificio di questo servizio”.
La segreteria regionale ha già comunicato lo stato di agitazione che si connota ulteriormente alla luce di quanto accaduto, in linea con la nota della segreteria nazionale a firma del segretario generale Leo Beneduci e non esclude interventi democratici di protesta nella regione Puglia nei prossimi giorni.
Per tutto il mese di marzo è stato quindi proclamato lo stato di agitazione e l’OSAPP dichiara che non parteciperà alle convocazioni per la trattativa su qualsiasi tavolo indetta dall’amministrazione Penitenziaria regionale.
Un segno di protesta contro la sospensione di 16 agenti per il caso degli insulti via facebook a un detenuto suicida, alla indifferenza sulla tentata evasione di un detenuto psichiatrico a Lecce, alle mancate risposte del Provveditore regionale e all’abbandono totale del poliziotto penitenziario su campo nazionale. Il sindacato contesta, inoltre, “l’ennesima ed immutabile prassi di ‘criminalizzare’ pubblicamente i poliziotti penitenziari in maniera del tutto avulsa da fatti e circostanze” e lamenta “lo stato di abbandono senza difese istituzionali che da tempo grava sull’intero Corpo”, chiedendo un intervento delle autorità politiche.