Riceviamo la traduzione di un comunicato a sostegno del prigioniero in lotta José Antunez Becerra:
SOLIDARIETA’ CON LA LOTTA DI JOSE’ ANTUNEZ BECERRA
Comunicato d’appoggio
Da Clivella, collettivo anticarcerario di appoggio alle persone detenute in lotta, vogliamo fare un appello urgente alla solidarieta’ con il detenuto in lotta Josè Antunez, e denunciare pubblicamente la situazione di discriminazione in cui si trova, accumulando quasi 40 anni di carcere, una forma di ergastolo nascosto, non essendo ancora l’ergastolo, per lo meno finora, dichiarato dalla legge.
Josè Antunez è stato membro della COPEL (Coordinamento prigionieri in lotta), gruppo molto attivo durante gli anni ’70 e ’80, che ha portato avanti diverse rivendicazioni in tutte le carceri dello stato per l’amnistia di tutte/ le/i prigioniere/i, e provato a dare una coscienza nuova ai detenuti sociali, per la conquista dei propri diritti come esseri umani.
La lunga parabola carceraria di Antunez sempre è stata caratterizzata dalla denuncia delle frequenti ingiustizie, vessazioni, torture e morti che con tanta frequenza accadono in prigione con la complicita’ dei partiti politici e istituzioni. Sempre contro la passivita’ di gran parte della societa’ che non vede gli abusi, l’emarginazione o lo sfruttamento del lavoro carcerario, così pure la dottrina del castigo e della umiliazione con cui si reggono, diretto principalmente verso i settori impoveriti della societa’.
Per questo, Antunez viene trattato come un detenuto contro cui dirigono particolarmente il loro odio.
Antunez è in carcere da tutta una vita, dove ha sviluppato il suo spirito autodidatta e cosciente che non sono riusciti a piegare neanche con le peggiori strategie dissuasorie dell’istituzione carceraria.
L’ipocrita e chiamata erroneamente “riabilitazione penitenziaria” ha come obbiettivo di tentare di piegare le persone in carcere attraverso il ricatto e l’umiliazione.
Come per molti altri prigionieri, la perversione del sistema di “riabilitazione” lo ha collocato nella tessitura, e pur accettando il programma di trattamento, l’amministrazione penitenziaria non gli permette di realizzarlo, senza nessuna spiegazione, ritardando deliberatamente il suo rilascio e condannandolo appunto all’ergastolo.
Lo spirito di lotta e resistenza di Antunez lo ha portato a realizzare diversi scioperi della fame. L’ultima l’ha iniziata nel gennaio del 2014 ed è durato 36 giorni, per chiedere il trasferimento dal carcere di Brians 1, dove era emarginato. Davanti alle promesse della giudice di sorveglianza e della direzione del carcere, ha deciso di fermarsi. E’ passato un anno da allora, e di fronte alla violazione dei suoi diritti fondamentali, lo scorso 23 gennaio ha iniziato un altro sciopero della fame.
Il carcere e tutto il sistema penale e di polizia non è rivolto solo verso determinate persone, giorno dopo giorno, la democrazia capitalista che ci governa, dimostra che esso è un efficace mezzo di castigo contro tutti i settori sociali non-sottomessi e dissidenti. Le carceri sono l’espressione piu’ chiara del sistema di dominio che subiamo. Le leggi che precarizzano la nostra vita non fanno distinzioni; è il pendolo che usano per ipnotizzarci, attraverso pene di carcere, direttamente, o con il ricatto economico delle multe penali.
Con questo comunicato, Clivella vuole estendere la solidarieta’ con la giusta lotta di Josè Antunez, come con le/i prigioniere/i che con la loro attitudine di resistenza nelle condizioni piu’ difficili si scontrano al dispotismo carcerario
ABBASSO LE MURA DELLE PRIGIONI!!!
Barcelona, 3 febbraio 2015
Clivella, collettivo anticarcerario in appoggio alle persone detenute in lotta
Per scrivergli:
Josè Antunez Becerra
Centre Penitenciari Can Brians 2
Ctra. Martorell-Capellades, KM 23
08635 SANT ESTEVE SESROVIRES, BARCELONA