Amnistia e indulto 2015, ultimissime news

inducchioAMNISTIA E INDULTO 2015 FUNZIONE RIEDUCATIVA DELLA PENA – Grande attenzione al tema delle carceri italiane, sia in senato mediante l’esame dei decreti su amnistia e indulto 2015, sia da parte del nuovo presidente della Repubblica Mattarella, sia degli esponenti dei vari partiti politici, primo tra tutti il leader dei Radicali Marco Pannella, ricevuto nei giorni scorsi proprio dal neoeletto Capo dello Stato, per affrontare temi importanti quali quello del problema carcerario. Il Presidente della Repubblica uscente Giorgio Napolitano, nel suo messaggio alle Camere, ha ricordato quanto il sovraffollamento cronico cui sono soggette le carceri italiane sia incostituzionale poiché mina alla base la stessa finalità rieducativa della pena.

CARCERI 2015 LE MISURE ALTERNATIVE – I penalisti milanesi, in questi ultimi giorni, hanno deciso di incontrarsi per un momento di riflessione sul carcere con alcuni dei principali “addetti ai lavori”, tra cui Giovanna Di Rosa, magistrato al tribunale di sorveglianza milanese, ed ex membro del Csm, che così ha sintetizzato il fil rouge degli interventi: “Le misure alternative dovrebbero essere vissute come “sanzioni di comunità”: vuol dire che ciascuno di noi si deve fare carico dell’accoglienza dei detenuti e che non ci possiamo limitare a leggere il giornale che parla di condizioni disumane del carcere, e poi voltare la pagina”.

SITUAZIONE CARCERI 2015 INTERVENTO DEL MAGISTRATO DI ROSA – Non ci si chiede mai, nota il magistrato Di Rosa, come siano accolti i detenuti dopo il carcere che, in teoria, dovrebbe essere un percorso di reinserimento nella società. “Come si comporta la società davanti a ex detenuti? – ha chiesto Di Rosa – Non si pensa mai al carico che la società dovrebbe portare: si parla al massimo delle comunità di accoglienza e recupero. Ma non sono queste nobilissime realtà a dover stare al centro della riflessione sulla giustizia. Le misure alternative dovrebbero essere vissute come “sanzioni di comunità”. È la società che deve cercare di strutturare risposte di inserimento concreto, come alloggi o occupazione: invece tutti sappiamo benissimo che è difficile trovare una rete che permetta un vero lavoro di reinserimento. È su questo che una città ricca e accogliente come Milano dovrebbe riflettere, anziché forse tirare un po’ i remi in barca, come mi sembra stare facendo negli ultimi tempi”.

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