Carceri, l’orrore nel complesso della “Pedrinhas”

carcere8Una prigione come le altre? No, quello del Brasile è il carcere più pericoloso che possa esistere. I dati parlano chiaro: 75 detenuti dal 2013 sono morti nel complesso della “Pedrinhas” di Sao Luis. I tumulti di quell’anno terminarono con almeno 13 morti. Durante un altro scontro fra fazioni rivali furono decapitate tre persone, le teste esibite come trofei.

Questo è quanto riporta il quotidiano online Dagospia, che nel dare la notizia a sua volta cita Darren Boyl per “Mail On Line”. Ma quale è la causa di tutto questo orrore? Come per l’Italia, ma occorre sottolineare che non si arriva a tanto nelle carceri, il problema è quello del sovraffollamento carcerario. Detenuti stipati in piccole celle, poco spazio per respirare e tante persone da tenere a bada. Si tratta di un duplice problema: da una parte infatti il sovraffollamento priva i detenuti di spazi “umani”, costringendoli a spazi “inumani”, poi aumenta il rischio di malattie. Dall’altra il problema si ritorce sulla sorveglianza. Più difficoltoso il controllo tra i detenuti. Infatti, guardando al caso straniero di Pedrinhas, il numero dei detenuti negli ultimi 20 anni è quadruplicato. Dagospia riporta che “sono in 500.000 dietro le sbarre, la quarta popolazione carceraria al mondo, dopo Russia, Stati Uniti e Cina. I motivi di una simile crescita sono legati agli arresti per droga, alla mancanza di assistenza legale e alla mancanza di volontà di creare nuovi spazi per la detenzione”.

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