Al Bassone c’è aria pesante, contestato il provveditore

images (36)La tensione all’interno della casa circondariale Bassone, non accenna a diminuire in questo periodo. L’ultimo episodio risale a ieri, quando i detenuti hanno ripetutamente battuto sulle sbarre, in segno di protesta, durante la visita del provveditore regionale all’amministrazione penitenziaria, Aldo Fabozzi. Agitazione che è rientrata solo quando il provveditore ha incontrato un gruppo di detenuti, i quali hanno spiegato i motivi del nervosismo. 

Visite che sono programmate periodicamente, ma che in questo caso assumono una rilevanza maggiore e particolare, a fronte delle ripetute manifestazioni di protesta che si sono avute in queste ultime settimane, e dei tre suicidi, che hanno determinato una situazione che non si era mai verificata nel carcere comasco. Una decina di anni fa gli atti di autolesionismo, che a volte sfociavano in suicidi, avevano avuto un’impennata tra le mura della casa circondariale ma non si era comunque arrivati ai livelli attuali, con tre morti concentrate in quaranta giorni. A questo si aggiungono le azioni di protesta dei detenuti, giunte per problemi nella gestione della corrispondenza, per la presenza della direttrice durante la visita di un’associazione di volontariato che presta assistenza ai detenuti, e per altre circostanze simili.

Situazione di tensione che si sta manifestando anche con i sindacati di Polizia penitenziaria, che più volte nelle ultime settimane sono intervenuti per sottolineare condizioni ritenute critiche nella gestione interna o nella soluzione di problematiche estemporanee, come l’accumulo di rifiuti speciali edilizi all’interno delle mura. In quest’ultimo caso il Cnpp – Coordinamento nazionale polizia penitenziaria – aveva scritto all’Arpa, per rendere nota la presenza di «materiali di risulta derivanti da lavori edili, tubi neon esausti, vecchie coperte materassi e altro». Tutto lasciato semplicemente all’aria aperta, senza nessuna precauzione o protezione, a circa venti metri dalla mensa di servizio del personale di Polizia penitenziaria.

Due giorni fa, un detenuto nigeriano ha incendiato il materasso e altri oggetti in cella, creando il rischio di un danno ben più grave all’interno della sezione, evitato grazie all’intervento degli agenti. Ma ad attirare in modo particolare l’attenzione, sono stati certamente i tre suicidi, per quando non collegati tra di loro. Il primo, un detenuto straniero, risale a metà ottobre, seguito da quello di Maurizio Riunno a inizio novembre all’interno di una cella del reparto osservazione e da quello di Massimo Rosa, detenuto in infermeria. Tra questi, due erano avvenuti in sezioni a particolare sorveglianza e non hanno trovato una spiegazione chiara, anche se molto probabilmente sono riconducibili a sofferenze personali e non causate dalla condizione afflittiva. Inoltre, quando si è tolto la vita Riunno, era in corso un’ispezione del provveditorato per verificare le condizioni in cui era avvenuto il precedente suicidio. Episodi che si stanno manifestando in un momento in cui, dopo anni, il Bassone non vive più la condizione di sovraffollamento patita da anni.

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