Sesso, droga, cellulari e riciclaggio di denaro. Era la vita da detenuto di Tavon White, condannato a vent’anni per tentato omicidio, che ora sta scontando in un centro di detenzione a Baltimora in Maryland. Una prigionia dorata stile Al Capone, che dal carcere di Filadelfia dettava legge: ma White e’ andato persino oltre, poiché da dietro le sbarre ha messo incinta quattro guardie, una due volte, ed e’ diventato il boss di un giro di corruzione che gli fruttava, come ha scritto il Washington Post, almeno 15mila dollari al mese.
Due delle quattro guardie sue amanti, si è scoperto, si erano addirittura fatte tatuare il nome ‘Tavon’. Una sul collo, l’altra sul polso. Soprannominato ‘Bulldog’, White era a capo della Black Guerrilla Family, una gang che operava tra le mura del carcere con l’aiuto appunto delle ‘secondine’ complici. L’attività criminale dalla cella comprendeva il contrabbando di droga e telefoni cellulari. E i telefonini erano indispensabili per portare avanti il ‘business’ con il mondo esterno, o magari con altre prigioni. Il tutto sotto la ‘supervisione’ di un gruppo di guardie corrotte che favoriva la gang facendo entrare in segreto la merce nel penitenziario. La Black Guerilla Family fu fondata in California a meta’ degli anni ’60 e da allora, con attività come traffico di stupefacenti, rapine e omicidi, ha allungato i suoi tentacoli in molte città e penitenziari degli Usa.
“Questa prigione e’ mia, sono assolutamente serio, lo capisci? – aveva sentenziato Tavon White a un amico durante una conversazione telefonica intercettata – Io ho l’ultima parola su tutto. Cio’ che dico e’ legge. Io qui sono la legge”. “Hanno gestito per anni un’economia sotterranea in carcere – constata ora allibito il procuratore Robert Harding – come e’ stato possibile? Le persone che si supponeva avessero il compito di proteggere l’interesse pubblico hanno invece scelto di allearsi con una gang oltremisura violenta”.
Ma la pacchia sembra essere finita. White é ora un testimone chiave nell’ambito di un caso federale che vede coinvolti decine fra detenuti e guardie del penitenziario, in quello che è stato definito lo ‘upside down world’ (mondo sottosopra), in cui sono appunto le guardie a prendere ordini dai detenuti. White e’ il primo degli incriminati a essersi dichiarato colpevole. Rischia fino a un massimo di venti anni. Lo scandalo della prigione di Baltimora ha intanto portato all’approvazione di leggi che rafforzano le misure di sicurezza nelle carceri. E facilitano il siluramento di guardie che introducano cellulari, carica-batterie, alcol e droga.