Detenuto di 37 anni muore d’infarto nel carcere della Dozza

Death pathwayUn morto in più nelle carceri italiane. 37 anni, nigeriano, deceduto probabilmente a causa di un infarto, alla casa circondariale della Dozza di Bologna. Il corpo senza vita è stato scoperto questa mattina da un agente che ha subito avvisato il sanitario di turno. Il 118 ha solo potuto constatare il decesso. Sulla vicenda si è espresso il coordinatore provinciale della Uil Penitenziari, Domenico Maldarizzi: “Sarebbe un errore rubricare ‘morte per malattia’ il decesso di quest’uomo perché il problema è il contesto in cui è avvenuta. Al carcere della Dozza – continua il sindacalista – su una capienza regolare di 500 detenuti, ad oggi ne sono ristretti circa 900”.
“Le due morti di persone detenute avvenute in pochi giorni in Emilia-Romagna – la prima per suicidio nel carcere di Parma e la seconda per malattia (pare per infarto) nel carcere della Dozza di Bologna – impongono una continua e costante attenzione alle problematiche connesse alle condizioni di vita in carcere, sia per quanto riguarda la salute, sia per il rischio suicidario, particolarmente presente nelle persone in stato di custodia cautelare”. Parole di Desi Bruno, Garante regionale dei detenuti. Qualche dato: al 31 dicembre 2013 nelle 203 strutture penitenziarie per adulti erano ristrette 62.536 persone (59.842 uomini e 2.694 donne) a fronte delle 65.701 detenute alla stessa data del 2012. “Nonostante gli interventi normativi posti in essere – prosegue Desi Bruno – e la flessione delle presenze negli istituti penitenziari, peraltro contenuta, siamo ancora lontani dal ritenere superata l’emergenza carceraria, acuita dalle risorse umane e materiali insufficienti a rispondere ai bisogni primari delle persone presenti negli istituti, detenute e non”.

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