Bahrein, bambini incarcerati e torturati

cordatesaBambini arrestati e torturati perché sospettati di aver preso parte alle proteste anti-governative. E’ l’accusa di Amnesty International al Bahrein, dove da più di due anni si sta consumando una repressione lenta e silenziosa dei manifestanti sciiti che scendono regolarmente in piazza contro le discriminazioni portate avanti dalla minoranza sunnita che governa l’isola.

Secondo l’organizzazione internazionale, decine di bambini dai 13 anni in su sono stati “bendati, picchiati e torturati in detenzione negli ultimi due anni”. Almeno 110 minori tra i 16 e i 18 anni sarebbero rinchiusi nella prigione di Dry Dock – una struttura per adulti – in attesa di giudizio. Alcuni giovani sotto ai 15 anni sono stati già condannati: detenuti in un carcere minorile, subiscono abusi di notte, quando gli assistenti sociali finiscono il loro turno e arriva la polizia.

“Con l’accerchiamento e il blocco di minori sospettati di essere delinquenti – ha dichiarato Said Boumedouha, vicedirettore di Amnesty per il Medio Oriente e il Nord Africa – le autorità del Bahrein stanno mostrando disprezzo per i loro obblighi internazionali sui diritti umani”. Lo Stato insulare è infatti firmatario della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Fanciullo, che definisce bambino chiunque al di sotto dei 18 anni. La convenzione vieta esplicitamente la tortura e i trattamenti crudeli, inumani o degradanti: Amnesty ha invitato il Bahrein a considerare “pene alternative per i bambini che hanno commesso reati penali riconoscibili a livello internazionale, come la libertà vigilata e servizio alla comunità”.

Eppure la legislazione voluta dalla dinastia al-Khalifa in seguito alle proteste si fa ogni giorno più dura nei confronti dei manifestanti: in carcere sono finiti attivisti, blogger, giornalisti e ragazzini, e a processo sono andati persino i medici che hanno curato i manifestanti feriti durante lo sgombero di piazza della Perla. Sono stati condannati da 5 a 15 anni di carcere con accuse che vanno da “minaccia all’ordine pubblico” a “occupazione del maggior ospedale del Paese” (il Salmaniya Medical Complex, dove stavano curando i feriti).

Il Parlamento del regno ha recentemente approvato alcune leggi per scoraggiare e arginare le dimostrazioni di piazza, norme che prendono il nome di “pacchetto anti-terrorismo”: divieto di radunarsi e manifestare a Manama e carcere “per negligenza” ai genitori dei minori arrestati per aver commesso un atto terroristico. Ovvero: per aver manifestato contro la dinastia al-Khalifa.

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