diffondiamo da informa-azione
Apprendiamo dai media che la polizia spagnola ha tratto in arresto cinque anarchici ritenuti responsabili dell’attacco del 2 ottobre scorso nella Basilica del Pilar di Saragoza, realizzato con un’ordigno esplosivo che ha provocato molti danni e nessuna vittima. Fra gli arrestati anche una compagna italiana, Valeria Giacomoni, 35 anni, di Trento; insieme a lei Monica Andrea Caballero Sepulveda e Francisco Javier Solar Dominguez, di origini cilene, ritenuti responsabili nell’aver collocato l’ordigno nella navata centrale della Basilica e altri due compagni che si trovavano all’interno dell’abitazione al momento del raid. A Trento, la casa della compagna è stata perquisita dalla Digos, che a quanto pare non avrebbe rinvenuto nulla di rilevante. Il Ministro degli Interni spagnolo Jorge Fernandez Diaz ha dichiarato che i compagni cileni arrestati a Barcellona, erano già stati indagati in Cile per numerosi attacchi contro proprietà della chiesa. La repressione iberica sostiene che l’attentato di Saragozza sarebbe collegato all’ordigno collocato nella Cattedrale de La Almudena di Madrid.
Aggiornamento
Ieri, il giudice dell’Udienza Nazionale ha confermato il carcere preventivo per Monica e Francisco, accusati insieme ad altr* tre anarchiche/anarchici dell’attentato alla Chiesa del Pilar in Saragoza.
Le/gli altr* tre compagn* sono stat* liberat* con l’obbligo di presentarsi in tribunale settimanalmente, obbligo di dimora nel proprio paese e ritiro del passaporto.
Seguiranno gli indirizzi dei compagni arrestati, Monica e Francisco.
tutt* liber*! per l’anarchia!
segue articolo dai media di regime:
A Madrid è stata incriminata e rilasciata su cauzione Valeria Giacomoni, la 34enne italiana accusata di far parte del commando anarchico del Fai che il 2 ottobre aveva fatto esplodere una bomba nella basilica del Pilar di Saragozza, causando solo danni materiali.
Il magistrato della Audiencia Nacional ha disposto invece la custodia cautelare per due attivisti cileni, un uomo e una donna, considerati gli autori materiali dell’attentato.
Valeria Giacomoni, originaria di Trento, e altri due attivisti, una cilena e un argentino, sono stati rimessi in libertà ma con il ritiro del passaporto e il divieto di lasciare il Paese. Per loro è stata formalizzata l’accusa di collaborazione con un’organizzazione terroristica.
All’uscita del tribunale, i tre sono stati salutati da una folla di simpatizzanti anarchici che ha urlato insulti contro giornalisti e cameramen.
I cinque attivisti erano stati arrestati mercoledì scorso e il commando è sospettato anche di essere coinvolto nella bomba non esplosa ritrovata il 7 febbraio nella cattedrale La Almudena di Madrid.
Segue comunicato
Solidarietà con i/le 5 anarchic@
Il 13 novembre alle 2:45 del mattino, a Barcellona, la Polizia Nazionale ha fatto irruzione in casa di 4 compagn@ anarchic@, arrestandone un’altra nelle vicinanze di casa sua, in mattinata, con la accusa di aver collocato un ordigno scoppiato il 2 ottobre nella Basilica del Pilar a Saragozza. Tutt@ loro sono stati detenuti mediante la legge antiterrorista e deporranno nei prossimi giorni a Madrid, all’Audiencia Nacional, dove passeranno a diposzione giudiziale del giudice Eloy de Velasco.
Già dalle prime ore del mattino si mette in moto il dispositivo mediatico. La Polizia Nazionale fornisce le immagini del loro arresto e della perquisizione del loro domicilio. Automaticamente vengono diffuse le loro identità. Il ministro degli Interni, Fenandez Dias, appare trionfante in tutti media, orgoglioso degli arresti e dando per scontato il trionfo della legge dello stato spagnolo, che prova a inprigionare dentro le mura del carcere i/le nostr@ compagn@, sforzandosi di portare a termine la vendetta che lo stato $ileno non aveva potuto concludere attraverso la sua logica di giustizia e diritto.
L’apparato giuridico e mediatico da mesi prepara il terreno per sferrare un attacco repressivo a coloro che considera i/le più pericolos@ dentro i movimenti sociali.
In questo modo si additano gli/le antisistema e le/gli anarchic@ como i/le sol@ esponsabil@ della rabbia di una manifestazione, in un tentativo di circoscrivere quella rabbia che a tratti esce dagli schemi.
Costruito il contesto, di nuovo si giocano le vecchie carte: il famoso “triangolo anarchico” dette di che parlare nella stampa galiziana, così come l’ordigno esplosivo che teoricamente sarebbe stato collocato in una sede bancaria italiana a Barcellona e a Valencia. Di nuovo riaffiorano le teorie cospiranoiche che tanto piacciono alla stampa e a molt@ lettor@. Qualche mese fa perquisirono una sede della CNT di Sabadell e arrestarono 5 anarchc@ per ipotetiche rivendicazioni su internet e possesso di materiale incendiario. Dopo 4 mesi rinchiusi in regime di alta sorveglianza (FIES-3), sono stati rilasciati con carichi pendenti. Questi ultimi arresti a Barcellona lasciano totalmente chiaro la volontà di attacco contro il movimento anarchico.
A noi non interessa giudicare se i/le nostr@ compagn@ sono colpevoli o innocenti, perchè questo è il linguaggio del potere, il linguaggio della democrazia. Non entreremo nel gioco del silenzio, né del vittimismo, nè in quello della sconfitta. Ci rattrista profondamente che i/le nostr@ compagn@ si trovino in questa situazione, ma tutt@ noi sappiamo che, prima o poi, quando si fanno concreti il nostro pensare e il nostro agire, dovremo scontrarci con la parte più reale del sistema.
Contro la collaborazione tra gli Stati, solidarietà senza frontiere con l@ compagn@!
Abbasso i muri dello Stato!
Salute e Anarchia!
Li rivogliamo tra di noi!