La Corea del Nord usa i prigionieri politici per testare armi chimiche. La pesante accusa viene mossa dal sito 38 North, gestito dall’Istituto Usa-Corea della Johns Hopkins School di studi internazionali avanzati, e si basa sulla testimonianza di prigionieri ed ex guardie che hanno disertato.
Uno dei disertori che ha prestato servizio del campo di detenzione 22 ha raccontato di test condotti su prigionieri in buone condizioni di salute, costretti in camere di vetro, con tecnici che monitoravano gli effetti una volta pompato il gas nelle camere. “Gli scienziati osservano l’intero processo dall’alto, attraverso il vetro – ha raccontato Kwon Kyok, uno pseudonimo, in un documentario riportato dal sito e citato oggi dal Telegraph – ho visto un’intera famiglia testata con un gas soffocante e morta nella camera a gas: i genitori, un maschio e una femmina“.
Un ex membro delle forze armate della Corea del Nord ha raccontato del proprio coinvolgimento in esperimenti simili condotti sull’isola al largo della costa occidentale della penisola, confermando quanto denunciato lo scorso giugno da un gruppo per i diritti umani di Seoul su esperimenti con armi chimiche e biologiche su bambini disabili.
Nel rapporto si sottolinea come sia “estremamente difficile trovare conferme” dei test condotti sui prigionieri politici, ma “visto nell’insieme, e nel contesto di quello che sappiamo sul trattamento riservato ai prigionieri politici, tali rapporti suggeriscono una politica di vecchia data di esperimenti letali di basso livello di agenti chimici su soggetti umani non consenzienti“.