E’ di almeno 16 morti il bilancio di un ammutinamento in un carcere di Maracaibo, nello stato
venezuelano di Zulia.
I testimoni riferiscono di una sparatoria scoppiata quando un gruppo di detenuti guidato da Edwin Soto – considerato il “leader” del carcere, noto con il nome di ‘El Mocho’ – ha cercato di prendere il controllo di alcuni padiglioni della prigione.
“Quando cesseranno queste stragi? Chiediamo ai ministri del governo di visitare il carcere di Sabaneta – dice in lacrime la madre di un detenuto – I morti non si contano più e il ministro agli Affari Penitenziari non si è mai visto”.
Secondo l’ong Osservatorio venezuelano delle prigioni, ‘‘alcuni dei prigionieri sono stati decapitati’‘, la notizia è stata però smentita dalle autorità venezuelane.
“Ho chiamato i detenuti del carcere di Maracaibo e i loro familiari nel tentativo di contribuire a mettere fine a quest’ondata di violenza – ha spiegato il ministro agli affari Penitenziari, Iris Varela – Non vogliamo altri morti in queste prigioni. Basta con la violenza”.
In molti casi, la polizia penitenziaria non esercita, di fatto, alcun controllo sui detenuti. A questo va aggiunto l’emergenza sovraffollamento: la capacità della prigione è di 750 prigionieri, mentre in realtà ne ospita più di 3.700.