(Adnkronos) – Questa mattina un detenuto del carcere della Dozza a Bologna e’ stato trovato a terra, privo di vita da un altro detenuto che stava lavorando all’interno del penitenziario. Lo segnala in una nota il segretario generale aggiunto del Sappe, Giovanni Battista Durante. Al momento non si conoscono le ragioni del decesso dell’uomo, di circa 40 anni, e sono in corso gli accertamenti da parte delle autorita’ del carcere. “Ricordiamo -scrive Durante- che lo scorso anno i decessi per cause naturali, in regione, sono stati 5, i tentativi di suicidio 67, dei quali 12 a Bologna, ed i gesti di autolesionismo 157, dei quali 34 a Bologna, dove sono presenti 916 detenuti. Dopo la visita effettuata sabato scorso nel carcere della Dozza, a Bologna, lunedi’ 23 settembre una delegazione del Sappe -conclude la nota- visitera’ il carcere Sant’Anna di Modena e alle 10.30 terra’ una conferenza stampa, sempre all’interno del carcere modenese”.
Bodyguard bolognese trovato morto in carcere
Bologna, 17 settembre 2013 – Giovedì avrebbe festeggiato il suo quarantesimo compleanno. Anche se, dietro le sbarre della Dozza, da festeggiare c’è poco. Ma ieri mattina alle 7 gli agenti del penitenziario l’hanno trovato a terra senza vita nella sua cella all’interno della sezione Orizzonti, quella in cui vengono collocati i detenuti con sentenza definitiva. Nicola Continanza, bodyguard bolognese, è morto così. “Probabile malore”, dicono dal carcere. Il trentanovenne era in cella da solo, non sono state trovate droghe né bombolette di gas e sul corpo non c’erano segni di violenza, a parte una piccola ferita all’arcata sopraccigliare che potrebbe essere spiegata con una caduta dal letto. La famiglia chiede chiarezza e per accertare le cause del decesso il pm Enrico Cieri ha disposto l’autopsia. Il trentanovenne era stato portato alla Dozza il 14 agosto per scontare una pena patteggiata di 3 anni un mese e 10 giorni per detenzione di stupefacenti.
Il 25 marzo del 2009 fu arrestato dal Nas nell’ambito di un’indagine su un traffico di anabolizzanti: lavorava come istruttore nella palestra Marver di Marco Verzelli e nel corso delle perquisizioni i carabinieri trovarono droga nella sua disponibilità: Continanza negò di farne uso e patteggiò la pena.
“Trascorsi 40 giorni in carcere — spiega il suo difensore, l’avvocato Gennaro Lupo — la sua pena sarebbe scesa sotto i tre anni e avrebbe potuto uscire ottenendo l’affidamento in prova ai servizi sociali. C’era già un progetto pronto con la Magnum, l’azienda per cui lavorava come addetto alla sicurezza”. Alla Dozza pensano che il suo malore possa essere stato favorito da un uso, nel passato, di sostanze dopanti.
“Un malore? La madre mi ha detto ‘non ci credo’ — sottolinea l’avvocato Lupo —. Non aveva mai avuto problemi di cuore. Noi chiediamo che sia fatta chiarezza e prenderemo atto delle risultanze dell’indagine”. Pietrificato dalla notizia è Gabriele Lollini, contitolare della Magnum: “Ha lavorato con noi tanti anni e si è sempre dimostrato una persona correttissima”. Il segretario del sindacato di polizia penitenziaria Sappe, Giovanni Battista Durante, ricorda che nel 2012 nelle carceri della regione ci sono stati cinque decessi naturali, e a Bologna, dove i detenuti sono 916, si sono contati 12 tentativi di suicidio.