È di almeno 30 morti e 60 feriti il bilancio degli scontri scoppiati ieri in Bolivia all’interno del carcere di massima sicurezza di Palmasola, fuori da Santa Cruz, nell’est del Paese. Lo fa sapere l’ufficio di Santa Cruz dell’Assemblea permanente per i diritti umani. Tra le vittime anche un bambino di un anno e mezzo. Due mesi fa le Nazioni unite si sono lamentate con il governo della Bolivia contestando la sua politica di permettere ai bambini fino a sei anni di vivere con i genitori in carcere. Si è trattato di scontri fra detenuti per il controllo degli spazi del carcere. In particolare sembra che a scatenare gli scontri sia stato il rifiuto della gang di una unità di celle a pagare ai rivali dell’altra un’unità. Questi ultimi avrebbero dunque attaccato all’alba, mentre la maggior parte dei detenuti stava dormendo. Molte delle vittime sono morte a causa di un incendio. I disordini sono cominciati infatti con l’esplosione indotta di una bombola di gas, che ha provocato un rogo. Molti dei corpi sono stati ritrovati bruciati. Secondo quanto ha riferito il ministro dell’Interno, Carlos Romero, nell’attacco sono stati utilizzati anche coltelli e machete. Alle autorità sono servite oltre quattro ore per riportare la situazione sotto controllo.
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