Detenuto nel carcere di Lanciano non può vedere la figlia malata

LANCIANO.  L’avvocato Enzo Paolini e il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, con un comunicato congiunto, lanciano un appello.

visitaUn appello rivolto  alle autorità preposte, ai giudici del competente Tribunale di Sorveglianza, a favore di una bambina cosentina  di 10 anni, gravemente malata, che vive a Cosenza, su una sedia a rotelle, che non potrà più vedere il suo papà, Pietro D., detenuto, trasferito da pochi giorni dal carcere di Rossano a quello di Lanciano. L’uomo ha già scontato nell’istituto di pena calabrese cinque anni di carcere e gli resta meno di un anno.
La bambina, che periodicamente deve recarsi per le cure all’ospedale Bambin Gesù di Roma, sta soffrendo molto per l’allontanamento del suo genitore e chiede che quest’ultimo ritorni a Cosenza per starle vicino.
«E’ stato l’avvocato Paolini, che già in passato, pur non essendo il loro legale (il detenuto è difeso dall’avvocato Rossana Cribari) ha aiutato la famiglia di questa bambina – è scritto in una nota di Diritti civili – a telefonare a Corbelli e chiedergli di fare un intervento congiunto per questo caso umano».
Corbelli e Paolini hanno sentito oggi al telefono la madre di questa bambina, Tamara P., «che si sta battendo, con dignità e coraggio, per aiutare la sua figlioletta malata, perché venga rispettato il suo diritto di aver vicino il suo papà, di poterlo incontrare e abbracciare in carcere come è stato sino a due giorni fa nella casa circondariale di Rossano».
«Quello che chiediamo – affermano Paolini e Corbelli – è un atto di giustizia giusta e umana, degno di un Paese civile e di uno Stato di diritto. La possibilità che quest’uomo possa ritornare nel carcere di Rossano o di Cosenza, dove vive la bambina con la sua famiglia, per scontare il suo residuo pena, in modo che lo stesso possa vedere e stare vicino alla figlioletta».


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