Hanno incendiato le proprie celle per protestare contro la cena, a quanto pare poco apprezzata. La “rivolta” è andata in scena la scorsa notte all’interno del carcere minorile Beccaria di Milano, teatro nel recente passato di altri episodi simili. A denunciare l’ultima violenta protesta, che poteva causare anche seri danni a persone e cose, è stato il segretario regionale lombardo del Sappe (il sindacato autonomo della polizia penitenziaria) Alfonso Greco: “Ormai i colleghi sono diventati così esperti a spegnere incendi da far concorrenza ai vigili del fuoco, ma questo non deve essere ‘normale amministrazione'”, ha detto Greco in tono sarcastico.
Il Sappe da tempo denuncia la cronica mancanza di personale all’interno del carcere Beccaria, nonché le scarse condizioni di sicurezza sia per i detenuti sia per gli agenti della polizia penitenziaria. Il segretario generale Donato Capece ha affermato che il sistema penitenziario “si sta sgretolando ogni giorno di più e la sicurezza interna delle carceri è stata annientata”. Sotto accusa anche il fatto che, in una sezioen del Beccaria denominata “giovani adulti” convivano, assieme a minorenni, detenuti ormai maggiorenni. È proprio all’interno di questa sezione che sarebbe scoppiata la violenta protesta contro la cena sgradita.
I precedenti al Beccaria: incendi e aggressioni
Il carcere minorile Beccaria è stato teatro nell’ultimo anno di diversi episodi di cronaca. A gennaio c’era stata una prima rivolta di alcuni giovani detenuti, con abiti incendiati e sputi verso le guardie carcerarie. Alcuni giorni dopo, sempre a gennaio, un detenuto 18enne aveva preso a pugni un agente, mandandolo in ospedale con una prognosi di dieci giorni. Più recentemente, lo scorso maggio, un giovane detenuto era rimasto ustionato dopo che lui e il suo compagno di cella avevano appiccato un incendio. Ma l’elenco dei disordini all’interno della struttura è lungo.