Lo stesso Sappe chiede “interventi immediati da parte degli organi ministeriali e regionali dell’amministrazione della Giustizia minorile, che assicurino l’ordine e la sicurezza in carcere ad Airola tutelando gli agenti di polizia penitenziaria che vi prestano servizio”.
Una volta saputo che non sarebbero arrivate, hanno iniziato a gridare “Vogliamo le sigarette” e a rompere tutto quello che trovavano a portata di mano usando dei manici di scopa e i piedi di legno di alcuni tavoli. “Ciò ha determinato un innalzamento del numero dei detenuti giovani adulti nelle carceri minorili fino a percentuali del 65,70%”. “E’ una manifestazione di forza da parte di clan della criminalità organizzata che si sono formati all’interno del carcere”.
“I detenuti dopo aver sfasciato interamente una sezione dell’Istituto penale per minorenni, hanno minacciato per ore gli agenti di polizia penitenziaria in servizio nelle sezioni detentive a cui va la nostra vicinanza e solidarietà”.
Cadendo nella trappola dell’emotività e della irrazionalità, la polizia penitenziaria rischia di rompere quella “alleanza” con i detenuti per una civilizzazione delle condizioni di vita nelle carceri, che riguarda l’intera “comunità penitenziaria”, secondo l’insegnamento e l’azione politica di Marco Pannella.
Sul posto sono intervenute le pattuglie della polizia e dei militari dell’Arma per aiutare gli agenti penitenziari. Ci sono invece tre agenti feriti. Per il Sappe dietro c’e’ la rivolta c’e’ anche altro. Il regolamento consente la presenza di ultra21enni, ma questi sono piccoli boss che portano avanti una lotta per la supremazia.
“I ragazzi che hanno avviato la protesta sono stati subito bloccati e rinchiusi in una stanza in modo da non poter danneggiare altri spazi”, ha spiegato Centomani.