Era andato in un’altra cella per prendere le stampelle ma è caduto dal letto a castello e ha sbattuto forte la testa. Forse. «Forse, è stato ucciso dai compagni di cella, non è stato un incidente, è l’ipotesi su cui lavora la Procura», spiega il legale di Fabio De Luca. C’è un uomo morto dopo un episodio poco chiaro avvenuto in carcere e ci sono un avvocato e una famiglia che vogliono sapere la verità.
Dagli esiti dell’autopsia eseguita sul corpo del 45enne romano dal medico legale Vincenzo Vecchione, all’obitorio dell’ospedale Cardarelli di Campobasso trapela un evidente, gravissimo «trauma cranico multifocale» non visibile all’esterno e una morte «indotta non compatibile con la caduta». Il detenuto è morto l’undici novembre scorso in seguito a un episodio ancora tutto da chiarire avvenuto nel carcere di Isernia. E la procura ora indaga per omicidio, ipotizzando un’aggressione. Due le celle del carcere sequestrate, recuperate le immagini registrate dalle telecamere.
IL MEDICO LEGALE
Intanto l’esame disposto dal sostituto procuratore Federico Scioli è stato effettuato alla presenza di due medici nominati dalla famiglia del detenuto e di un medico nominato dai due compagni di cella di Fabio, indagati per lesioni aggravate. «I fatti sono più seri di quanto potevamo immaginare», ha spiegato dopo l’autopsia l’avvocato Salvatore Galeazzo, legale della famiglia, lasciando intendere che il numero dei detenuti indagati potrebbe salire a tre e che Fabio sarebbe stato vittima di un episodio di violenza. «Per ora non posso dire altro, ma vogliamo sapere cosa è davvero successo in quella cella».
I FATTI
Il 45enne romano, arrestato per una rapina e dal 6 ottobre nel carcere di Isernia, era arrivato il 4 novembre all’ospedale di Isernia, e poi trasferito a Campobasso in rianimazione dopo un intervento chirurgico al capo. Dopo 9 giorni di ricovero, la morte. All’inizio si era parlato di una caduta accidentale avvenuta mentre saliva su un letto a castello, ma nei giorni successivi la procura di Isernia ha aperto un fascicolo contro ignoti e indagato per lesioni aggravate i detenuti che erano con lui in quel momento. Nei loro confronti la Procura starebbe procedendo per l’ipotesi di reato di “morte come conseguenza di un altro delitto” coadiuvata dalla squadra mobile di Campobasso: gli inquirenti intendono vederci chiaro su cosa è accaduto nel carcere di Isernia. A dare l’allarme furono proprio i due detenuti, napoletani, che stavano scontando gli ultimi mesi di pena (uno è da poco uscito dal carcere). «Era andato in un’altra cella a recuperare le grucce lasciate sulla parte superiore di un’armadio quando è caduto sbattendo la testa», era emerso durante i primi interrogatori.
A fine agosto De Luca era finito in ospedale dopo un violento pestaggio avvenuto a Roma, a San Lorenzo e da lui denunciato. Riportò diversi traumi, anche una mandibola fratturata. L’uomo, separato dalla moglie, lascia una figlia di 15 anni. Dopo aver vissuto al Prenestino, era senza fissa dimora, ospite di parenti e amici. Stava scontando una condanna per rapina, arrestato dai carabinieri proprio per aver aggredito, per motivi economici la madre a Isernia.