Como, 2 novembre 2014 – Lo hanno trovato gli agenti di polizia penitenziaria nella sua cella, quando ormai per lui non c’era più niente da fare. Nel pomeriggio di venerdì, un detenuto del carcere Bassone, si è tolto la vita impiccandosi. Italiano, 28 anni, era stato arrestato una decina di giorni fa per sequestro di persona, assieme ad altre quattro persone. Dopo il suo arresto, era stato portato in osservazione, quattro celle presidiate da un agente, dove confluiscono i detenuti che hanno motivi di incompatibilità con gli altri. In questo caso, si trattava di esigenze giudiziarie, legate alle indagini ancora in corso, per le quali la Procura aveva disposto il divieto di contatto tra i vari indagati. Venerdì pomeriggio verso le 16, gli agenti lo hanno trovato esanime, impiccato con le lenzuola della sua branda. Non aveva avuto contatti con nessun altro, se non l’agente che, a intervalli ravvicinati, controllava le sue condizioni in cella. Ciononostante, è riuscito a realizzare il suo intento.
Il ventottenne, non nuovo a esperienze carcerarie, era uscito da poche settimane, prima di finire nuovamente nei guai: tuttavia la drammaticità del suo gesto, ha spiazzato i familiari, che ora – attraverso un legale – chiederanno che vengano fatti tutti gli accertamenti possibili per fare chiarezza, ed escludere qualsiasi possibilità diversa dal gesto volontario. Tuttavia, già una serie di circostanze verificate nell’immediatezza, lascerebbero poco margine ad altre ipotesi. Venerdì pomeriggio, è stato subito avvisato il magistrato di turno della Procura di Como, che valuterà l’eventuale necessità di disporre accertamenti ulteriori, al di là dell’autopsia, atto dovuto in questi casi.Venerdì pomeriggio, inoltre, era in corso, all’interno del Bassone, una ispezione da parte del Dipartimento di Polizia Penitenziaria, voluto per capire le circostanze in cui, il 12 ottobre, era avvenuto un altro suicidio, sempre per impiccagione. In questo caso si era trattato di un trentenne cileno, arrestato pochi giorni prima per rapina, furto, violazione della legge sulle armi. Poco prima il detenuto aveva seguito la messa, salvo poi tornare in cella e, rimasto solo, togliersi la vita. Dopo un lungo periodo in cui al Bassone non si registravano episodi così gravi di autolesionismo.