AOSTA. Una razione troppo scarsa di tortellini in brodo e nella casa circondariale di Brissogne “scoppia” la protesta. “Ieri un’intera sezione del carcere, la A2, ha rifiutato il vitto perché nel brodo galleggiavano, al massimo per quanto appreso, 6 tortellini per ciascuna razione” afferma Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp.
Secondo il sindacato “casi del genere si verificano quotidianamente su tutto il territorio nazionale e quello del vitto scadente è uno dei più evidenti segnali della disorganizzazione e del malgoverno del sistema penitenziario, che accomuna, guarda caso e come altri disagi degli attuali penitenziari italiani, detenuti e poliziotti penitenziari, mentre la scarsamente attenta e consapevole amministrazione centrale non si rende conto di quanto anche la qualità dei pasti somministrati ai ristretti contribuisca a rendere criminogeno il sistema, atteso che le migliaia di affiliati alla criminalità presenti negli istituti di pena, con i soldi che ricevono dall’esterno non consumano il pasto del carcere e possono acquistare i generi che vogliono, e perfino offrirli ai compagni di detenzione (a riprova della raggiunta agiatezza economica)”.