Nadezhda Tolokonnikova, leader della punk band Pussy Riot, è stata trasferita oggi in una cella di sicurezza dopo che ieri, lunedì 23 settembre, aveva denunciato di aver ricevuto delle minacce di morte in carcere.
La notizia viene resa nota da Interfax, citando Ghennadi Morozov, presidente di una commissione sociale di supervisione. Morozov ha spiegato che non si tratta di una misura punitiva ma di una decisione per tutelare la detenuta, che è stata esentata anche dal lavoro.
Proprio ieri Nadezhda aveva annunciato che sarebbe entrata in sciopero della fame a oltranza; tra i motivi dello sciopero proprio la minaccia di morte arrivata, secondo quanto detto dal marito di Nadezhda, Piotr Verzilov, da parte del vicecapo del carcere dove sta scontano la sua pena. Inoltre protesta per le insostenibili condizioni di lavoro nel reparto di abbigliamento dove è impiegata e il clima psicologico insopportabile del luogo di detenzione, con minacce di violenza fisica da parte di altre detenute.
Dalla cattedrale del Cristo Salvatore di Mosca al campo di lavoro femminile numero 14 in Mordovia, 600 chilometri a Est della capitale. Era il 21 febbraio quando il gruppo di giovani lanciò la provocazione inscenando un’Ave Maria contro Vladimir Puntin durante la celebrazione della messa. Condannata a due anni di reclusione, Nadezhda ha scontato metà della pena.